Pd, Roma apre un dossier sul caso Caserta

di Redazione

Sandro De FranciscisCASERTA. L’assemblea cittadina del Partito democratico si è svolta regolarmente, così come prevedeva la convocazione; uniche le liste per la direzione cittadina, per i delegati dei quattro circoli e per i delegati all’assemblea provinciale.

Non c’è stato bisogno di votazioni e l’ufficio di presidenza, guidato dal sindaco Nicodemo Petteruti e composto da Generoso Paolella e Rosa Suppa, ha deciso di approvare le liste per acclamazione. Pochi gli interventi e la partecipazione all’hotel Europa, la sede scelta per l’assemblea di Caserta. La questione adesso è che su tutte le assemblee, ieri circa 50 e oggi altre 40, c’è l’ombra dell’irregolarità, che potrebbe portare all’annullamento di queste ultime.

In discussione sarebbero le procedure, propedeutiche alla composizione degli organismi dirigenti del coordinamento provinciale di Caserta: in altre parole, in provincia di Caserta, non sarebbe stato rispettato il termine di presentazione delle liste, un vizio che potrebbe aprire la porta a contestazioni e ricorsi. Un’eventualità tutt’altro che remota, perché da qualche giorno il Pd di Terra di Lavoro è sotto la lente del Pd romano e ieri mattina il responsabile nazionale dell’organizzazione, Andrea Orlando, ha scritto al coordinatore provinciale Sandro De Franciscis: “Caro Sandro, sono giunte – si legge dalla missiva inviata da Orlando – in direzione nazionale, segnalazioni di irregolarità nelle procedure propedeutiche alla composizione degli organismi dirigenti del coordinamento provinciale di Caserta. Ti prego di far pervenire al più presto chiarimenti e pertanto di metterti in contatto con il sottoscritto”.

Gli sforzi di raggiungere l’unità potrebbero dunque non servire a nulla, perché le contestazioni, sulle quali chiedono spiegazioni da Roma, riguardano il rispetto di regole e termini e qualcuno aggiunge anche la mancata convocazione di un tavolo politico, che avrebbe dovuto avere il compito di comporre le liste in maniera unitaria rispettando tutte le anime del Pd, come si è tentato di fare, però fuori termine. Tra le possibilità suggerite da fonti del partito c’è anche quella di un commissariamento anche alla luce di quello che succederà a Napoli.

Il responsabile organizzativo provinciale, Pino Bicchielli, aveva assicurato nei giorni scorsi che lo slittamento di un giorno per il deposito delle liste era dovuto essenzialmente a problemi tecnico-organizzativi, ma la lettura è che non c’era ancora l’accordo unitario.

Dall’ufficio elettorale del Pd, l’organismo chiamato a monitorare la tre giorni di elezioni, che sta coinvolgendo il popolo del partito in Terra di Lavoro, fanno sapere che “ovunque le operazioni elettorali procedono in un clima di serenità e di proficuo dibattito, senza far registrare alcun tipo di intoppo. La lista unica ‘Democratici casertani uniti’, varata per la elezione dei delegati all’assemblea provinciale, viene acclamata senza necessità del voto, non essendo state presentate liste alternative. Per quanto riguarda le assemblee cittadine, nella maggior parte dei Comuni è stata promossa una lista unitaria, mentre solo in pochi centri, sono state proposte due liste, nel segno di una dialettica costruttiva. La buona affluenza al voto, da parte dei cittadini in queste ore, testimonia l’interesse verso la proposta politica del Pd”.

Un quadro ancora complesso perché l’intesa, fino a ieri in tarda serata, non c’era ancora in alcune realtà locali: i nodi si chiamano Santa Maria Capua Vetere, Alvignano e Capodrise.

da Il Mattino, domenica 29.06.08 (di Lia Peluso)

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