HARARE. Si sono aperte stamattina le urne nello Zimbabwe per il ballottaggio delle elezioni presidenziali.
Il primo turno per la presidenza del Paese, avvenuto il 29 marzo scorso, fu vinto da Morgan Tsvangirai, non riuscendo però ad ottenere il 50 per cento dei voti che gli avrebbero garantito, senza alcun ballottaggio, la successione a Robert Mugabe. Ma a causa delle violenze e delle intimidazioni subite dai sostenitori di questultimo, il leader dellopposizione Tsvangirai domenica scorsa si era ritirato dalla consultazione considerando questa votazione una farsa, un giorno di umiliazione e di vergogna per lo Zimbabwe.
In una lettera diffusa in rete, lo stesso Tsvangirai ha così spiegato: Se è possibile vi chiediamo di non votare oggi. Ma se siete costretti a votare per Mugabe di fronte a minacce alla vostra vita, allora fatelo. Ma qualunque cosa accada ha continuato Tsvangirai – i risultati delle elezioni del 27 giugno non verranno riconosciuti dalla comunità internazionale. Il leader dellopposizione ha inoltre denunciato la presenza nelle strade di milizie, il cui ruolo è quello di convincere e portare i cittadini allo scrutinio. Secondo Tsvangirai sono diverse le minacce fatte agli elettori, ed in caso di voto a favore del leader dellMdc ci saranno dei morti. Nonostante fosse stato previsto per i mass-media una considerevole partecipazione alle urne, laffluenza nelle prime ore è stata limitata.
Molte sono state le posizioni prese dalla comunità internazionale ed anche il Ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, al termine della riunione con i colleghi del G8, ha dichiarato: LItalia chiederà alla Francia, che il primo luglio assumerà la presidenza di turno dell’Ue di avviare considerazioni rapide su un richiamo degli ambasciatori. E intenzione italiana – ha chiarito il titolare della Farnesina continuare in questa direzione. Non possiamo dare credito a quel governo. Anche il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, daccordo con quanto affermato dal ministro Frattini, ribadisce: Queste pseudo-elezioni non possono essere accettate né dagli Usa né dal resto della comunità internazionale. Non possiamo chiamarle elezioni, con il leader dell’opposizione che si sta nascondendo per mettere in salvo la sua vita.
Lex presidente sudafricano, nonché Premio Nobel per la pace Nelson Mandela, ha fatto sentire la sua voce su quanto sta accadendo nello Zimbabwe, condannando apertamente la violenza politica e la totale mancanza di democrazia nel Paese. Unico evento positivo, in questa nera giornata di ballottaggio, è stata la liberazione, su cauzione, del segretario generale dellMdc Tendai Biti.