Berlusconi frena su reato di clandestinità, la Lega insorge

di Antonio Taglialatela

Silvio BerlusconiROMA. “La clandestinità può essere un’aggravante, ma non un reato”. Parole sorprendenti quelle pronunciate da Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa congiunta con il presidente francese Nicolas Sarkozy.

Parole che vanno in netta contraddizione con i contenuti dell’ultimo disegno di legge sulla sicurezza approvato dal governo, che prevede il reato di immigrazione clandestina e la reclusione da sei mesi a quattro anni. Un provvedimento che ora dovrà passare all’esame del Parlamento.

Sembra che Berlusconi, con le dichiarazioni rese alla stampa, sia propenso ad introdurre soltanto l’aggravante, ossia l’aumento della pena fino ad un terzo per gli stranieri non in regola, già prevista nel decreto legge (già operativo) approvato a Napoli assieme al ddl. Il premier, nel commentare le “diffide” dell’Onu e del Vaticano verso le politiche di immigrazione dell’Italia, infatti dice: “E’ un giudizio negativo su qualcosa che è ancora in divenire. Il Parlamento è sovrano e deciderà secondo coscienza e buon senso”. “Personalmente – ha continuato il Cavaliere – penso che non si può perseguire qualcuno per la permanenza non regolare nel nostro Paese condannandolo con una pena, ma questa può essere una aggravante se commette un reato”.

Il primo a replicare è il ministro degli Interni Roberto Maroni: “L’aggravante c’è ed è già entrata in vigore, è nel decreto legge. Il reato di clandestinità è nel disegno di legge che il Consiglio dei ministri ha approvato due settimane fa all’unanimità e che porta come prima firma quella del presidente Berlusconi, la seconda è la mia. Io non ho cambiato opinione su questo punto. Ritengo che sia utile inserirlo e l’abbiamo mandato al Parlamento. Dopodichè, mi trovo d’accordo con Berlusconi, il Parlamento è sovrano e potrà fare e decidere ciò che vuole, ma io resto della mia opinione, l’opinione del Consiglio dei ministri che all’unanimità ha votato il ddl”.

Duro il commento dell’altro leghista Francesco Speroni: “E’ incomprensibile. Uno non può da presidente del Consiglio firmare un disegno di legge che prevede una cosa e nella stessa settimana dire il contrario. Ed è anche scandaloso, si pigliano degli impegni e dopo si tradiscono. E’ uno schiaffo sia agli alleati sia agli elettori. Quando ho sentito quelle parole mi sono sentito tradito. Sì, tradito”.

Mentre dal Pdl sembra che siano sulla stessa lunghezza d’onda del loro leader. “Se si mantiene nel ddl il reato – dice il ministro della Difesa Ignazio La Russaio sono soddisfatto. Ma se nella discussione parlamentare viene modificato in aggravante, a me va bene perchè l’obiettivo di effetto deterrente verrebbe comunque raggiunto”.

Diversa l’interpretazione di Niccolò Ghedini, altro esponente del Pdl: “La Lega non deve temere, Berlusconi si riferiva alle badanti. Nessuno vuole arrestarle, ma per i clandestini la linea è tracciata. Il disegno di legge è lo strumento adottato dal governo, mi pare difficile che Berlusconi voglia smentire sé stesso. Il Parlamento è sovrano, deciderà come meglio riterrà”.

Per l’opposizione, invece, “Berlusconi, con le sue parole, cancella il reato di immigrazione clandestina. Dà ragione così a quanto ha detto l’opposizione e alle altre voci critiche che si erano levate e contemporaneamente dà torto a quanti nella sua maggioranza si erano intestarditi in questa formulazione”, si legge in una nota congiunta del Pd e dell’Udc.

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