ROMA. Era il 10 luglio del 1991 quando la contessa fu strangolata e uccisa con una zoccolata alla testa nella villa dellOlgiata di sua proprietà.
Dopo 17 anni sembra esserci una svolta nelle indagini grazie al ritrovamento di una traccia di dna maschile che avrebbe riacceso la speranza di trovare il colpevole. Nei primi rilevi furono prelevati alcuni oggetti trovati nella camera da letto della nobildonna romana, tra cui dei pantaloni maschili, il lenzuolo del letto della contessa, lo zoccolo con il quale fu colpita alla testa, alcuni indumenti intimi e un fazzoletto di carta. Proprio sul cleenex sono state isolate delle tracce di dna maschile che non apparterrebbero né a Roberto Iacono e né al filippino Winston Manuel, storici indagati dellomicidio per i quali la Procura ha chiesto larchiviazione delle rispettive posizioni. Linchiesta è ripartita grazie allistanza presentata dal marito della contessa Della Torre, Pietro Mattei, presentata nel gennaio del 2007. Nella richiesta era inclusa una consulenza dei biologi Francesco Fiorentino e Marina Baldi che sottolineavano come, in 17 anni, le tecnologie fossero diventata sempre più sofisticate soprattutto nellambito dellidentificazione del Dna. I due biologi premevano per ricanalizzare le tracce biologiche rinvenute sul luogo del delitto poiché le nuove attrezzature hanno una sensibilità di circa mille volte superiore a quella delle metodologie utilizzate all’epoca dagli esperti Ernesto D’Aloia e Angelo Fiori.