SANTARPINO. Il coordinamento provvisorio del Pd santarpinese commenta i primi due mesi di nuova amministrazione Di Santo.
E presto per poter dare un giudizio completo sul lavoro fatto dalla nuova amministrazione anche se i primi atti adottati vanno in una duplice direzione: da un lato semplici e puri annunci, dallaltro sostanziale continuità con la passata amministrazione. In particolare basti vedere i provvedimenti assunti in materia di politiche generali, di ambiente e di cultura ed istruzione. Per non dire dei primi incarichi affidati e per i quali il capogruppo di Alleanza Democratica ha avuto non poche difficoltà a poterli difendere. E le indennità di carica aumentate? Ma, dopo questi due mesi a noi preme fare una considerazione più politica e che riguarda in qualche misura il futuro dellattuale amministrazione. Come si sa questa coalizione, per ammissione degli stessi contraenti, era nata soprattutto per sconfiggere il sindaco Savoia, ritenuto a ragione o a torto, un impedimento per qualsiasi ricambio amministrativo. Questo spiega in parte e solo in parte leterogeneità della coalizione che non si è mai ufficialmente dichiarata civica e anzi ha sempre sottolineato il merito di aver messo insieme tante differenze: dalla estrema destra allestrema sinistra, da pezzi della ex-Margherita (sono o non sono nel Partito Democratico?) ai dipietristi, dallUdeur (esiste ancora?) ai socialisti dello Sdi e così via fino ai Verdi e parte della Sinistra Arcobaleno. Non sembrino fuori luogo queste riflessioni perché hanno a che vedere con alcune scelte di politiche che anche sul piano locale potrebbero vedere in contrapposizione non pochi componenti dellattuale maggioranza. Infatti, oggi si dice che le politiche sono glocal, cioè globali e locali. Ed è così. Solo alcuni esempi per intenderci: come si comporteranno Il Sindaco, il capogruppo, collocati in area socialista, se il Consiglio comunale, come è probabile che accada, dovesse essere chiamato a decidere sulle politiche di sicurezza per il cittadino? Seguirebbe la linea Boselli o quella di Alleanza Nazionale? Ed i consiglieri comunali che si richiamano alla sinistra Arcobaleno come si comporterebbero se in Consiglio di dovesse discutere di scegliere aree territoriali per realizzare case per gli immigrati? Voterebbero la linea di avversione a tale soluzione portata avanti dalla destra? E i consiglieri che dicono di appartenere al Pd, sempre che sia vera tale collocazione, cosa farebbero in Consiglio Comunale di fronte ad una decisione che imponesse una scelta sulle politiche di inclusione degli immigrati? Seguirebbero quella che è una linea del Partito Democratico a tutti i livelli territoriali o si farebbero risucchiare dalle posizioni integraliste di Alleanza Nazionale? Queste domande non sono ininfluenti rispetto alle scelte da fare anche a livello locale, perché se è vero che non cè più il muro delle ideologie a distinguerci, ci sono, però, sempre i valori e gli ideali che servono a distinguere le scelte politiche che hanno significato strategico e per fare ciò non esistono liste civiche che tengono. Arriverà, presto o tardi, il momento di scegliere!.