TRENTOLA DUCENTA. Entrare nel labirinto, complesso di tutto quanto riguarda i minori, quelli a rischio, difficili, con le vite troppo vissute fin da piccoli, con i problemi della casa, della famiglia, dellaffido, della commercializzazione dellidea che sempre più prende piede, ti fa capire subito che ti trovi tra quelli che le mani se le sporcano per davvero, nella opera quotidiana di impegno.
I dieci anni della Casa Famiglia di Trentola Ducenta, quella che i coniugi Amato De Serpis hanno portato con abnegazione, passione e professionalità fino ai giorni nostri, sono il segno evidente che poi nella giungla ci si riesce a muovere, facendo anche cose egregie, importanti, da mettere in primo piano. Ma scopri anche, se mai ve ne fosse bisogno, come in questo campo bisogna ormai fare chiarezza e capire, capire perché ad esempio
Perché una Casa Famiglia non deve essere uguale ad una casa normale, ma avere le finestre di un tot di centimetri, perché in questa casa deve trovarsi un frigorifero per congelare il pesce, ed uno per la carne? Perchè cè un risveglio imponente di quelli che erano i vecchi istituti di accoglienza dellinfanzia, che erano stati segati dalla norme e quasi messi al bando? Perché ora sempre
Nicola Pagano, sindaco della città, è voluto subito entrare nel crudo della problematica, senza mezze misure, augurandosi anche che questa presenza in città continui per sempre. Goffredo Fofi ha preso la palla al balzo e riportando le citazioni bibliche e quelle meno note degli uomini qualunque, ha voluto indicare il cammino della giornata. Don Vinicio Albanesi, con le parole tranquille e pacate dellesperienza è sembrato una lama di rasoio che tagliava il burro dellindifferenza e del pensiero qualunque, le sue esperienze sono stati pilastri di vita vera, di impegno senza se e senza ma. Le motivazioni e le belle storie delle famiglie Amato De Serpis e Ricci, hanno strappato applausi e consensi verso forme di accoglienza che sono quel quid in più, difficile da trovare. Ha continuato Vincenzo Sarracino trattando della dispersione, duplicazione e frammentazione. La sessione pomeridiana ha visto il cursus sui minori del mondo di don Franco Monterubbianesi, mentre Maria Nadotti è stata dalla parte delle bambine, con una serie di pensieri di impegno delicato e forte. Salvatore Esposito, ex responsabile dei servizi socio assistenziali allAsl di Aversa ha toccato il tema a lui caro del welfare e dei minori. Luigi Monti ha voluto trattare un tema di grande attualità, quello dei bambini consumisti e bambini consumatori, mentre Claudia Castaldo, anche lei ex operatrice dellAsl aversana, oggi a Napoli, ma da sempre presente nel tessuto locale ci ha detto che insieme si può. Vivace il dibattito dove al centro dellattenzione cè stata anche la società, scuola e lidentificazione del suo ruolo in materia.
Dieci anni per