AVERSA. Dopo un parto travagliato non sembrano cessare le aspre divergenze che hanno accompagnato lelezione del neosegretario del Partito Democratico Mariano DAmore e del presidente Francesco Mincione.
Più precisamente, a tenere viva la polemica che vede contrapposti, da un lato, il neocostituito gruppo dirigente cittadino del Pd e, dallaltro, la fronda a sostegno del consigliere provinciale Rodolfo Parisi, è la presentazione di un vero proprio ricorso avverso allelezione degli attuali organi direttivi da parte di Lidia De Angelis, componente del coordinamento cittadino. Ad essere oggetto del ricorso avanzato dalla De Angelis, in particolare, sia la mancata osservanza di regole consacrate dal partito di Veltroni, quali la presenza paritaria delle donne negli organismi direttivi collegial, che le forzature organizzative, quali lampliamento del coordinamento cittadino dal numero iniziale di diciotto a quello attuale di quaranta.
La posizione della De Angelis, al di là delle questioni da lei avanzate, ha unulteriore valenza politica se si considera che la stessa esponente del Pd è da sempre vicina al mancato presidente Antonello DAmore a cui a loro volta sono legati sia Peppe Sannino che Filippo Cantile. Che, quindi, la posizione della De Angelis vada ben al di là della sua figura ma coinvolga altri elementi del Partito Democratico è ipotesi tuttaltro che peregrina. Rispetto a questo però fa da contraltare lalzata di spalle del neosegretario DAmore che, in omaggio alla sua proverbiale imperturbabilità, non si lascia andare che a laconici commenti come il ribadire, comunque, la legittimità della sua elezione. Vigoroso, invece, il rilievo del presidente Francesco Mincione che si chiede come mai
Molto circostanziata, invece, la replica alla De Angelis, di Gennaro Diana che, in merito al ricorso, afferma: Il ricorso presentato dalla De Angelis lascia dir poco smarriti, soprattutto chi come me ha vissuto da vicino le vicende congressuali. In riferimento alla questione relativa alla mancata presenza paritaria delle donne nel coordinamento cittadino, tutti noi del Pd sappiamo bene come tale traguardo si sia rivelato proibitivo, per varie ragioni, per tutti i comuni investiti dalla fase congressuale e sopratutto sappiamo come lo steso coordinamento provinciale abbia prodotto una direttiva che legittima tutti coordinamenti cittadini così come sono stati eletti sino al prossimo congresso provinciale .In ordine, poi, allampliamento del coordinamento cittadino stesso dal numero iniziale di diciotto a quello di quaranta,
Sin qui le dichiarazioni di Gennaro Diana, che pongono laccento su un problema, quello della concretezza dellazione politica, che è stato, negli ultimi anni, uno dei fattori determinanti per la disaffezione dellelettorato verso il centrosinistra aversano.