AVERSA. Assume contorni sempre più netti e nitidi la contrapposizione interna a Forza Italia. Tanto netti e tanto nitidi da non potersi più celare dietro gli equilibrismi dialettici di qualche azzurro in veste da paciere doccasione.
La convocazione separata degli assessori Romano e Coppola da parte del consigliere regionale Giuseppe Sagliocco ed il tentativo non riuscito di boicottare un direttivo di Forza Italia, che aveva allordine del giorno la discussione sul ritorno alla giunta politica, hanno segnato la fine della supposta pax interna al partito degli azzurri. Ma gli accadimenti degli ultimi giorni, riportati, fra laltro, da diversi quotidiani locali, non sono che gli sviluppi di una difficile convivenza fra i notabili aversani del partito di Berlusconi, che nasce da lontano.
Le posizioni e, probabilmente, lo stesso modo di intendere la politica del senatore Pasquale Giuliano, da una parte, e del consigliere Sagliocco, dallaltra, sembrano giunte ad un punto di assoluta inconciliabilità. Ad accentuare la distanza fra i due politici dellAgro la pervicace ed unilaterale condotta politica del consigliere regionale che già in tempi assai più risalenti aveva fatto intendere di non condividere le scelte e gli orientamenti del senatore, ad iniziare dalla ricandidatura a sindaco di Domenico Ciaramella. Non è un mistero, infatti, per chi è addentro alle cose della coalizione di centrodestra, che il Ciaramella-bis sia stato maldigerito da Sagliocco, che al posto del commercialista aversano avrebbe voluto che il centrodestra candidasse a sindaco proprio quel Lucio Romano che, al momento, è nella giunta luomo di fiducia proprio del consigliere regionale originario di Trentola Ducenta.
Le stesse schermaglie fra Sagliocco e Ciaramella, poi, sono state per un certo periodo di tempo allordine del giorno, tanto da determinare più volte, in passato, gli interventi salomonici di Giuliano, sia per cercare di ricomporre le divergenze fra i due, sia per arginarne la risonanza mediatica. Ma tantè che oggi è proprio il senatore, neopresidente della Commissione lavoro a Palazzo Madama, a soffrire le fughe in avanti di Sagliocco che, dopo una tregua armata stabilita col primo cittadino, grazie alla nomina della giunta tecnica, starebbe cercando di garantire anche per il prossimo futuro la presenza nellesecutivo di Ciaramella dei suoi uomini di riferimento.
Comprensibilmente, queste prese di posizione del consigliere regionale, corroborate da una serie di incontri serali nel consorzio agrario con i suoi assessori, non stanno bene né allo stesso Ciaramella, che col varo della giunta tecnica ha invece dovuto rinunciare ai fedelissimi De Chiara e Di Santo, né agli alleanzini che vorrebbero quanto prima il ripristino di una giunta politica nel rispetto del voto degli elettori. Giuliano non ci starebbe più a tollerare le prevaricazioni del consigliere regionale ed ecco che la crisi nel partito di maggioranza relativa è belle che servita.
Intanto, questo contrasto non poteva che avere delle ricadute anche sui rapporti politici interni al gruppo consiliare degli azzurri. A prendere le distanze dallespansionismo di Sagliocco, infatti, oltre al coordinatore cittadino Nicola Golia, al cui posto il politico di Trentola vedrebbe bene lavvocato Raimondo Ciriello, anche Carlo Amoroso, Elia Barbato, Domenico Campochiaro, mentre una situazione di oggettivo disagio sarebbe quella vissuta da Nicola Verde. Abbarbicato come ledera, invece, a Sagliocco il consigliere Antonio De Michele, il cui ruolo di capogruppo non è stato mai pienamente accettato da altri consiglieri.
Come da tradizione, dunque, lestate politica aversana è tuttaltro che apatica e col solleone è probabile che se ne vedranno ancora delle belle.