AVERSA. Cera una volta il maggio dei monumenti. Liniziativa intitolata Aversa città darte fu presentata dal sindaco Ciaramella in conferenza stampa il 24 maggio del 2003.
Lidea, nata nella mente dellallora assessore alla cultura Rosario Ippone, era quella di trasformare la città in museo allaperto proponendo a residenti e turisti una serie di percorsi guidati attraverso le bellezze storico-artistiche di una città ricca di tesori culturali. Due i percorsi principali realizzati come altrettanti anelli. Uno, più grande, comprendente il Castello Aragonese, la chiesa di Santa Maria a Piazza, Santa Maria della Neve, via Rainulfo Drengot, la Cappella Santa Croce, la chiesa di SantAudeno, lInsula Santa Rita, la chiesa di San Rocco, lOpg e il museo criminologico. Laltro, più piccolo, comprendente il Sedile di San Luigi, le chiese di Santa Marta, Santa Marta Minore, San Nicola, SantAgostino, la Cattedrale e il Museo Diocesano. Due itinerari, contrassegnati rispettivamente dai colori verde e blu aventi, lunico obiettivo di rilanciare il turismo ad Aversa. Fu un successo, ripetuto nel 2004. Poi cambia lassessore, ricambia lassessore e di quel progetto che cosa è rimasto? Praticamente niente. La cultura ad Aversa oggi è rappresentata quasi esclusivamente da manifestazioni dedicate a Domenico Cimarosa, come se lillustre concittadino avesse scelto di nascere ad Aversa mentre si sa che è stato solo un caso, come è accaduto e accade molte volte, tantè che il genio della musica non è vissuto neppure per brevi periodi nella città. Però, quando si parla di cultura e di arte, gli assessori al ramo, fatta eccezione per alcuni eventi dedicati a Iommelli e Parente, non fanno che rievocare Cimarosa. E i percorsi verde e blu?Di quei percorsi, di quegli anelli non è rimasto niente o meglio se un avventuroso turista volesse seguirli potrebbe ammirare soltanto cumuli di rifiuti. Perché, malgrado lamministrazione locale stia provvedendo a tenere più pulita la città, il prelievo dei rifiuti dimentica regolarmente le strade e le piazze del centro storico che contengono i tesori darte e cultura inseriti nel circuito museale allaperto ideato dallex assessore Ippone. Due gli esempi più eclatanti. Luno in piazza San Domenico dove cè il Sedile di San Luigi (uno dei pochi del genere rimasti intatti in Italia), trasformato in discarica di mobili usati, malgrado sia distante una decina di metri dal palazzo del Giudice di Pace. Laltro è via Santa Marta che ospita sia lomonima chiesa sia, nel vicoletto intitolato a Santa Martella, quella dedicata a Santa Marta Minore, entrambe datate XIV secolo. Due mete turistiche del percorso blu, diventato marrone grazie al mancato prelievo dei rifiuti e al disinteresse degli amministratori che parlano del futuro remoto, assai remoto, tutto da vedere se mai si realizzerà, annunciando nuovi investimenti nella zona che godrà di un finanziamento da 16 milioni di euro per il polo giudiziario, ma dimenticano il presente, loggi che è quello che viviamo già.