Vittorio Sodano, truccatore de “Il Divo”, al Sannio Film Fest

di Gaetano Bencivenga

BENEVENTO. Continua con successo la rassegna del Sannio Film Fest a Sant’Agata de’ Goti.

La kermesse, oltre a proporre interessanti titoli in concorso e fuori concorso, permette agli appassionati di conoscere da vicino personalità del mondo della Settima Arte, spesso, dietro le quinte, di fondamentale importanza, però, per la felice riuscita di una pellicola. Martedì 8 sbarca, infatti, nella ridente località beneventana la costumista Elisabetta Montaldo, figlia del glorioso regista Giuliano, reduce da una nomination ai Nastri d’Argento per l’eccellente lavoro svolto nel film storico, diretto dal padre, “I demoni di San Pietroburgo”, proiettato immediatamente dopo l’incontro della stessa con il pubblico in Sala Ostieri alle 21.00. La Montaldo collabora, altresì, con i principali teatri lirici italiani e il suo nome è legato a lungometraggi di grosso calibro come “I cento passi” e “La meglio gioventú” di Marco Tullio Giordana. È, inoltre, molto vicina alla Campania, poiché, seppur genovese di nascita, ha una residenza a Procida, dove ama rifugiarsi e dedicarsi alle altre grandi passioni della sua vita ovvero la pittura e la scrittura.

Il giorno successivo è, invece, la volta del truccatore napoletano, ormai trapiantato a Roma, Vittorio Sodano. Pur possedendo un curriculum fitto di collaborazioni eccellenti sia a livello nazionale (Carlo Verdone, Paolo Virzì) che internazionale (Lasse Hällstrom, Brian De Palma), impreziosito, addirittura, da una nomination all’Oscar nel 2007 per “Apocalypto” di Mel Gibson, il suo nome era rimasto, sempre, racchiuso nel cono d’ombra dei titoli di coda. Grazie a “Il divo” di Paolo Sorrentino, trionfatore a Cannes e al botteghino, Sodano ha ricevuto unanimi apprezzamenti, unitamente a una decisiva e improvvisa notorietà, trasformando la sua firma in un inimitabile marchio di fabbrica. Certamente, le estenuanti ore passate al trucco da Toni Servillo per somigliare il piú possibile all’enigmatico senatore a vita Giulio Andreotti hanno prodotto un risultato, a dir poco, strabiliante, evidenziando, anche, una creativa vena d’artista di Sodano, oltre che una solida perizia tecnica, fuori dal comune. In effetti, è proprio tale creatività d’artista ad aver prodotto alcune belle stratue di cera, che si possono, in questi giorni, ammirare nel Museo delle Cere di Caserta di recente fondazione. Sodano svelerà i “trucchi” del mestiere, dapprima, ai ragazzi del Campus del SFF nel pomeriggio e, successivamente, agli spettatori in sala Ostieri alle 21.00. A seguire ci sarà la proiezione del film “Il divo”, occasione, indubbiamente, impedibile per chi non ha avuto la possibilità di vederlo al cinema, ma anche per chi, pur avendolo già ammirato, non potrà fare a meno di apprezzarne, nuovamente, la sottile ironia e la deflagrante innovazione.

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