CASERTA. Se è vero, come è vero, che la civiltà di un popolo si misura con la cura con la quale si tengono i cimiteri, è altrettanto vero che a Caserta il parametro è al di sotto di ogni valutazione.
Lo afferma il segretario cittadino dellUdc, Alberto Zaza dAulisio, che, recatosi domenica mattina nel settore di nuova espansione del cimitero del capoluogo dice di essere rimasto mortificato dallo stato in cui versa il luogo sacro: Viale di disimpegno e vialetti di accesso alle singole cappelle gentilizie ed a quelle collettive privi di decorosa pavimentazione; ancor più tristi per il calore dellarsura; lingresso da via Vincenzo Memma, sgangherato e preannunciato da immondizie di ogni sorta, stratificate soprattutto lungo la cordonatura nel marciapiedi. Spettacolo desolante, che si commenta da sé. Daccordo che lamministrazione comunale è alle prese con le emergenze varie; daccordo col fatto che le attenzioni del sindaco Petteruti e dei suoi compagni di cordata sono assorbite dal perseguimento dei grandi progetti; daccordo con il fatto che bisogna pensare al Puc (dal quale, peraltro, non si sa più nulla da lunga pezza), ai Piani Traffico, Trasporti, e Parcheggi per una mobilità credibile (ma siamo ancora agli interventi parcellizzati o ai non-interventi); daccordo con le problematiche del personale (e la questione inverosimile della massa-vestiario dei Vigili Urbani, abbandonati a se stessi in un clima di oggettivo disimpegno anarcoide). Ma si può giustificare in nessuna maniera la grave disattenzione verso il luogo pio, il cui rispetto viene imposto, prima che dal sentimento religioso, dalla naturale sensibilità delluomo.
Purtroppo gli fa eco il vicario Marco Lugni ricordarsi del santo luogo solo in vista del 2 novembre per la solita lavata di faccia non è decente per nessuna amministrazione, lincuria ormai ha raggiunto livelli così alti che quando si cammina per i vialetti, le erbacce sono talmente alte che si ha sempre lincubo di fare incontri pericolosi.
Ugo Foscolo prosegue Zaza dAulisio – era andato a scomodare le legge delle dodici tavole di Roma per ricordare a se stesso ed agli altri che i diritti degli Dei Mani sono sacri. A Caserta non bisogna chiamare in soccorso né i comandi giuridici dellantica Roma né i Sepolcri del poeta romantico per darsi una smossa e porre rimedio urgente a tanta deplorevole inerzia, con animo contrito. Di fronte a tanto, conclude il segretario dellUdc – certe defezioni dai banchi della maggioranza del Palazzo Castropignano ben si spiegano. Eccome! Quanto meno per separare responsabilità, morali e politiche.