Stellato: “In Consiglio Regionale il Pd ha ignorato sostenitori Ceceri&quot

di Redazione

Giuseppe StellatoCASERTA. Gli strascichi post congresso non si sono esauriti con l’elezione del segretario e della presidente. I nuovi assetti decisi in sede regionale fanno discutere e non rappresentano tutte le anime del Pd provinciale.

E’ quanto si evince dall’ultima riunione del partito in seno al Consiglio Regionale ma anche quanto sostiene l’onorevole Giuseppe Stellato, che in merito allo sforzo di rappresentare tutte le componenti del gruppo, si è sempre profuso in energie e impegno. “L’argomento più serio di cui trattare in consiglio – sottolinea Giuseppe Stellato – è ancora il Partito, in particolare della posizione che quest’ultimo vuole prendere rispetto alle cosiddette minoranze. Viene fuori che il Pd, almeno per ora non ha ritenuto necessario aprirsi al riconoscimento di questa componente pure così importante al suo interno. Come membro di questa parte politica esprimo un sentimento comune: dobbiamo avere il riconoscimento di una componente, un riconoscimento che sia globale altrimenti il contentino non fa bene a nessuno. Dalle trattative, al momento, emerge invece che non intendono riconoscerci alcuna posizione nell’esecutivo. E’ bene che si sappia che se questa è la nuova linea di condotta, se non ci vengono riconosciute posizioni legittime, noi denunciamo la vergogna di un PD che si chiude a riccio sulla base di maggioranze falsate. Noi rendiamo esplicita la posizione di una parte del Partito che ha espresso oltre il 20% dei congressi, quella parte che ha sostenuto Chicco Ceceri. Ripeto, il Pd non è solo quello che si è espresso a favore di Enzo Iodice ma anche quei 48 voti che si sono espressi per Chicco Ceceri. Ignorare questa componente è come non riconoscere la consistenza politica di una parte del Pd provinciale che pure finora ha prodotto e ha lavorato per il bene comun e ha fatto quadrato quando è servito. Il momento congressuale, come si auspica e come ho sempre sostenuto, deve essere un momento di costruzione e di riflessione, se questo al contrario diventa un occasione di faida, a questo punto torniamo proprio al medioevo, quando a prendere le decisioni era il signorotto del feudo”.

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