Sudan, l’Aia chiederà l’arresto del presidente al-Bashir

di Redazione

Omar al-BashirROMA. Il presidente del Sudan, Omar al-Bashir, sarà arrestato e incriminato dalla Corte penale internazionale (Cpi) per genocidio e crimini contro l’umanità commessi in Darfur durante la guerra civile.

Centinaia di migliaia di civili sarebbero morti negli ultimi cinque anni per la campagna di violenze promossa da al-Bashir, il quale avrebbe armato la milizia locale araba dei “Janjaweed” per reprimere la rivolta delle tribù africane del Darfur contro il governo. Il mandato di arresto sarà emesso lunedì dal procuratore generale del tribunale delle Nazioni Unite, l’argentino Luis Moreno-Ocampo. Altri due mandati d’arresto sono già spiccati per l’ex ministero dell’Interno sudanese Ahmed Harun, oggi ministro degli Affari Umanitari, e il leader delle milizie arabe dei “Janjaweed” Ali Kosheib. Un portavoce del governo di Khartoum ha già annunciato che il Sudan non consegnerà nessun sospetto e che non riconosce l’autorità dell’Aia, in quanto il Sudan non ha sottoscritto lo statuto di Roma che ne ha sancito la nascita. Alcuni funzionari della Cpi, tuttavia, temono che l’inchiesta possa minare la missione di pace congiunta di Onu e Unione Africana, un contingente di 10mila uomini. Nei giorni scorsi sette caschi blu sono stati uccisi e una ventina feriti in un agguato da parte di forze non identificate. L’incriminazione potrebbe incontrare pareri contrari anche in seno al segretariato e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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