Assegni sociali, retromarcia del governo

di Redazione

il ministro SacconiROMA. Il governo presenterà una modifica alla norma relativa alla cancellazione dell’assegno sociale che l’Inps finora ha erogato, per un massimo di 400 euro, alle persone a basso reddito, tra cui casalinghe, anziani poveri, suore e frati.

Un intervento che, dopo la norma “anti-precari”, sta suscitando ulteriori polemiche e forse proprio per tale motivo il governo vuole pensarci molto bene prima di renderlo esecutivo. Lo si comprende dalle parole del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: “La necessaria correzione, che già ieri avevamo auspicato, della norma relativa ai criteri di erogazione dell’assegno sociale dovrà ora conciliare la doverosa esigenza di impedire gli eventuali abusi da parte di cittadini extracomunitari con quella di mantenere una prestazione che si configura come un reddito di ultima istanza per persone anziane che per varie ragioni non hanno potuto accumulare adeguati versamenti contributivi”. Il provvedimento sull’assegno sociale è nato da una richiesta della Lega in chiave anti-immigrazione (per frenare i ricongiungimenti familiari), che ha portato il governo a prevedere che l’assegno sociale spetti solo a chi ha lavorato e versato contributi per 10 anni continuativi. In tal modo verrebbero eliminati 800mila assegni sociali spettanti agli indigenti, molti dei quali italiani.

“Faremo in modo che le persone che hanno diritto agli assegni sociali continuino a riceverli”, aggiunge il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, sottolineando che, allo stesso tempo, si cercherà di “eliminare gli abusi”. “Non vogliamo far torto a nessuno – ha concluso Brunetta – ma è ora di dire basta ai furbastri che vengono qui per togliere la pensione a chi ne ha bisogno”.

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