Decreto sicurezza, il governo ottiene la fiducia alla Camera

di Antonio Taglialatela

Angelino AlfanoROMA. Con 322 voti a favore e 267 contrari la Camera ha votato la fiducia al governo Berlusconi approvando l’emendamento al decreto legge sulla sicurezza. 8 gli astenuti.

La votazione finale sul decreto è prevista per mercoledì mattina. Il provvedimento tornerà il 23 luglio al Senato per la conversione in legge; il giorno prima l’Aula di Palazzo Madama si pronuncerà sul lodo Alfano, riguardante l’immunità delle alte cariche dello Stato.

Il decreto contiene norme per rendere più facili le espulsioni dei clandestini, l’aggravante dell’irregolarità per l’immigrato che compie un reato, nuovi poteri per i sindaci e pene più severe per chi guida in strato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La cosiddetta “blocca processi” è stata modificata con due emendamenti del governo che hanno fatto cadere l’automatismo del rinvio dei processi per i reati meno gravi e affidato la decisione ai giudici.

Tra i primi commenti proprio quello del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il quale, nonostante le modifiche apportate al “lodo” (contestato dall’opposizione secondo cui favorirebbe il premier Berlusconi nel processo per corruzione che lo vede imputato a Milano), annuncia che da settembre ci sarà una riforma organica dell’ordinamento giudiziario, con modifiche mirate “che tengano al centro il cittadino”. Prima del voto di Montecitorio, Alfano si era appellato al Pd, invitandolo a votare in modo diverso rispetto “al partito giustizialista e manettaro di Di Pietro.

A replicare Lanfranco Tenaglia, “ministro ombra” della Giustizia: “Alfano predica bene e razzola male. Annuncia provvedimenti nell’interesse dei cittadini e poi fa le norme per salvare Berlusconi”. “Ci vogliono i fatti – ha aggiunto l’esponente del Pd – ma non ne abbiamo visti e i processi continuano a durare 10 anni”.

Anche dall’Anm, il presidente Luca Palamara, a margine del convegno dell’Unione delle Camere Penali, afferma: “Noi ci batteremo sempre per avere magistrati liberi. Prendiamo atto che c’è una divergenza tra le priorità indicate dall’Anm e il programma del ministro Alfano”.

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