Rifondazione: Ferrero segretario, ma Vendola non molla

di Redazione

Paolo Ferrero CHIANCIANO. Con uno scarto di soli otto voti (142 contro 134), Paolo Ferrero è stato incoronato nuovo segretario di Rifondazione Comunista.

L’altro candidato Nichi Vendola, assieme ai bertinottiani, da sempre la maggioranza, è stato sconfitto nonostanteil 47,7 per cento dei delegati. Ma il governatore della Puglia non si arrende ed annuncia la nascita della corrente interna “Rifondazione da sinistra”.

Il settimo congresso della bandiera rossa ha visto cinque mozioni, poi risoltesi in due, con un durissimo scontro Ferrero-Vendola che ha coinvolto il pubblico fino alla commozione. Applausi, urla, inviti a non litigare. Ma alla fine nemmeno il buon vecchio Fausto Bertinotti, nel suo intervento di addio, è riuscito ad unire i due candidati affinché presentassero una soluzione comune. E’ così le “compagne” ed i “compagni”, in tutto 646, sono dovuti andare alla conta. Ha vinto Ferrero, quello che non vuole dialogare col Pd (giudicato distinto e distante dal suo partito), che vuole ripartire “dal basso, a sinistra”, con lotta di classe e anticapitalismo come principi cardini del suo programma. Una bella differenza con “l’unità a sinistra” proposta da Vendola. Per agguantare il 50,5 per cento, l’ex ministro della solidarietà sociale ha dovuto scavare a fondo, trovando l’appoggio dei trotzkisti, del nostalgico Ramon Mantovani, del giovane Maurizio Acerbo, del cossuttiano Claudio Grassi (inutile il suo tentativo di mediazione) e dell’ex capogruppo al Senato Giovanni Russo Spena.

Per Vendola questa è la fine del partito: “Considero questo congresso il compimento della sconfitta politica di aprile, – ha commentato il governatore pugliese – la ratifica di un arretramento culturale perché ho sentito cose di una volgarità straordinaria, ben oltre la decenza e la fine del partito della Rifondazione comunista”. Ma davanti ad una maggioranza “creata con alchimie”, Vendola, con il suo solido 47,7 per cento non getta la spugna: “Stiamo qua, a costruire la nostra battaglia”.

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