La Normanna ferma il Napoli nel suo “tempio”

di Redazione

la panchina della NormannaNAPOLI. Certo entrare allo Stadio San Paolo, mitico tempio del calcio partenopeo e non solo, non è certo cosa di tutti i giorni e i ragazzi di “mister” Cioffi, hanno sentito il brivido che ti accarezza la schiena dal momento in cui il bus che li accompagnava ha superato il boccaporto di ingresso allo Stadio.

Tutti sapevano che non c’era posta in gioco, un’amichevole è sempre un’amichevole, ma la voglia di esserci e di fare le cose per bene era palese. Non faremo nomi, né descriveremo azioni, in un altro articolo di Pupia Aversa troverete i resoconti sportivi veri e propri. Qui vi descriveremo solo delle sensazioni di questa squadra, forte di tanti giovani, che sta preparando quella che sarà una stagione lunga e non certo facile.

I 12mila del San PaoloBene sta facendo e lo diciamo da subito, mister Cioffi a mettere il giusto sale ad una minestra che dovrà stare sulla graticola tanti mesi, quindi meglio smorzare da subito illusioni ed ambizioni individuali. Si gioca tutti a condizione di rientrare negli schemi di ogni singola partita e secondo le necessità del momento, punto. Dopo l’assaggio del campo senza anime sugli spalti, arriva l’ingresso vero, con accesso dal boccaporto che ti accorgi ha un suo rituale mistico, sul muro dei sotterranei infatti tutta una serie di immagini sacre la dice lunga sul “non è vero, ma ci credo”.

I primi minuti sono di studio, ma anche di rispetto verso un avversario troppo lontano ed anche , per molti, il mito di sempre. L’aria è di quelle pesanti, afa insopportabile, caldo intenso, ma quei circa 12 mila sugli spalti servono a dare la sensazione di una frescura senza confronti. Basta poco a scrollarsi di dosso i panni dei poveri “cugini di campagna”, questa squadra, quella dell’Aversa Normanna c’è, è cosa concreta, una macchina tosta ed organizzata. Arriva il primo rigore per il Napoli, qualche legittimo dubbio c’è, ma si va avanti, pochi minuti ed ecco il pareggio, è il magico momento di qualche prima verità. Ormai non vi è più riverenza psicologica, si gioca alla pari e onestamente è bello vedere che seppure con così tante differenze, crediamo fondamentalmente economiche, ci si batte senza paure. Bravi i portieri, tutti e tre in successione in campo, tutti e tre chiamati ad importanti azioni di gioco. Brava la difesa, arcigna e compatta, bravi tutti. Forse una terna arbitrale da Federcalcio, più che da Federcasalinghe, avrebbe gratificato un tantino di più questi 90 minuti di belle soddisfazioni.

Si esce a testa alta, forse mai si sperava in tanto, è vero il Napoli non era al completo, ma lo dicevamo prima c’erano altre cose da fare. Il cuore ribolle ancora una volta quando il bus ritorna sul boccaporto per uscire dallo Stadio, in tanti attendono assiepati sui lati ed arrivano gli applausi. La strada è quella buona, lo senti nell’aria, ma bisogna conservare con umiltà questi momenti di immensa gioia, la minestra deve cucinare per bene, ancora per tanto tempo e poi la si potrà gustare in tutta la sua bontà.

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