CASAL DI PRINCIPE. Duro colpo ai bidonettiani di Casal di principe. Luigi De Vito detto O Sciuocc è al 41 bis. Anche per lui come per Egidio Coppola il carcere duro è la risposta dello Stato dopo gli ultimi episodi di camorra avvenuti nella provincia di Caserta.
De Vito è legato principalmente al figlio di Francesco Bidognetti, Raffaele, ed alle richieste estorsive avanzate nei confronti dellimprenditore Francesco Emini di Parete, ma anche allomicidio di Davide Corvino e Raffaele Piccolo che era legato a quello di Salvatore Bidognetti. Infatti i tre furono uccisi lo stesso giorno, il 3 novembre 1997, a Casal di Principe, ma per questi episodi De Vito fu assolto dalla terza corte di assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere . Proprio nel passaggio di potere da Francesco Bidognetti (arrestato insieme a Domenico Bidognetti, Giuseppe Cristofaro, Luigi De Vito e Vincenzo Di Bona il 3 marzo del 2006 per estorsione e 416 bis) al giovane figlio Raffaele si era creata qualche tensione. Ma la presenza di Francesco Pezzella, detto O Tabaccaro, come capozona non entusiasmava il giovane rampollo né il suo braccio destro, impostogli dal padre Francesco, Lorenzo Ventre detto O Drink. Tuttavia lomicidio di Pezzella era già segnato da tempo e probabilmente fu trovata la giusta occasione per farlo fuori. Fu proprio la sua morte a far aprire le indagini che poi portarono in sequenza ai due maxi arresti di Lusciano e Parete effettuati a luglio e ottobre di questanno. Dopo larresto di Giuseppe Ventre, Luigi Guida, Salvatore Spenuso e Alfonso Santoro, fu la volta del grosso dellassociazione. Finirono in cella, per estorsione aggravata dallarticolo 7, tutti gli uomini di Lusciano: Raffaele Bidognetti, Lorenzo Ventre, Luigi Panfilla, Antonio Nugnes, Antonio Lanza, Giovanni Iometti, Augusto Venditto, Giovanni Cellurale e Nicola Garofalo. Il nome di Luigi De Vito è anche legato, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che hanno chiesto il carcere duro, anche ad un provvedimento eseguito il 19 febbraio del 2008 dal commissariato di Aversa su ordine della direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha identificato i presunti mandanti e movente degli omicidi di Giuseppe Della Corte, assassinato il 29 aprile del 1996 a Casaluce, e di Arcangelo Chiarolanza, ucciso il 15 ottobre del 1992 a San Cipriano di Aversa. La Dia di Napoli, Carabinieri e agenti del Commissariato di Aversa, a conclusione di indagini e di riscontri da parte di collaboratori di giustizia, riuscirono ad identificare i presunti mandanti ed esecutori e a chiarire i moventi degli omicidi di Della Corte e di Chiarolanza. Responsabili dei due mortali agguati, secondo gli investigatori, alcuni elementi di vertice ed affiliati del clan camorristico dei Casalesi. Destinatari dei provvedimenti restrittivi, eseguiti oggi, Francesco Schiavone, di 55 anni, detto Sandokan, ritenuto ancora a capo dellorganizzazione, definita negli anni scorsi dalla Commissione antimafia la più potente e pericolosa d’Europa, Walter Schiavone , 47 anni, detto Valterino, Francesco Bidognetti, 57 anni, soprannominato Cicciotte e mezzanotte, Aniello Bidognetti, 36 anni, Giuseppe Setola, 37 anni, e lo stesso De Vito, tutti di Casal di Principe. Lordinanza di custodia cautelare fa seguito ai provvedimento di fermo del 19 dicembre scorso, emessi dal pm nei confronti di Romolo Simeone e Bernardo Cirillo e colpisce anche Alessandro Cirillo, di 32 anni, e Raffaele Maccariello, di 36, che già latitanti sono sfuggiti allarresto. Giuseppe Della Corte , secondo le risultanze delle indagini e delle dichiarazioni dei pentiti, Luigi ed Alfonso Diana e Domenico Bidognetti. Il giovane fu accusato, in particolare, di avere importunato la moglie di un parente del boss e di essersi fatto consegnare poi del denaro minacciando la donna di rivelare al marito la loro presunta relazione. Arcangelo Chiarolanza fu invece punito per aver interrotto una relazione sentimentale con una sorella di Bernardo Cirillo, cugino di Francesco Bidognetti.