CASERTA. Il lavoro della Regione costituisce il principale momento di costruzione degli interventi nelle province del territorio, anche se ciò diventa possibile solo in presenza di una seria capacità di programmazione allinterno dei singoli ambiti territoriali.
Ci si attende, dopo la pausa agostana, una ripresa forte dellattività regionale, perché è questa una fase assolutamente importante per la programmazione economica dellintera Campania.
Lannualità 2007/2013, – spiega il consigliere Peppe Stellato – ci vedrà impegnati innanzitutto per il recupero dei Fondi Por, così come altri strumenti di politica economica si intravedono nel Psr (Piano Sviluppo Rurale) e nelle prime attuazioni del Paser (Piano di Azione per lo Sviluppo Economico Regionale). Linsieme di tali finanziamenti potrebbe costituire volano per leconomia regionale, ove si punti sulla realizzazione delle grandi opere infrastrutturali. Basti qui pensare agli interventi sulle reti idriche e fognanti, al recupero dei centri storici di interesse storico-culturale fino a mettere in cantiere le grandi opere, tra le quali, quelle di collegamento o quelle di interesse aereo-portuali.
Tali iniziative, per pensare alla provincia di Caserta, dovrebbero passare dal recupero del progetto Grazzanise, alla bonifica del litorale domitio, fino alla predisposizione di arterie essenziali per il traffico, che vede nella provincia di Caserta uno snodo essenziale fra centro nord e sud della nazione.
Si tenga presente che, però, una visione della provincia di Caserta in pura chiave logistica, risulterebbe estremamente penalizzante, ove la stessa, non si accompagni al recupero delle peculiarità del territorio. Penso alla filiera agroalimentare, come alle attività artigianali o meglio industriali che per molti anni hanno caratterizzato i nostri territori. Le politiche di incentivazione alle imprese (vedi Paser) ovvero le politiche di sviluppo rurale (vedi Psr), incontrerebbero in provincia di Caserta potenzialità finora inespresse.
Le emergenze che la nostra realtà presenta ben potrebbero essere superate proprio con una politica del lavoro e del territorio consapevole del ruolo centrale che la provincia può svolgere. Certamente per fare ciò si rende necessario il recupero di una consapevolezza di ruolo e di una continuità e collaborazione politico istituzionale su cui poggiare un serio impianto di sviluppo economico-sociale; in questo senso si legge la vera sfida del Pd oggi, quella che lo vede misurarsi con queste tematiche, cercando per un momento di accantonare sterili contrapposizioni soggettive che hanno indebolito la struttura politica della nostra provincia.
Il problema non è solo di subalternità rispetto ad altre aree territoriali (si potrebbe tracciare in questa direzione un percorso dalla montagna al mare, cioè da Avellino a Napoli) bensì di costruzione di un modello di sviluppo che abbia la capacità di guardare alla realtà del territorio. Contrariamente a quanto si possa pensare, sono convinto che le politiche sinora progettate abbiano almeno una teorica possibilità di riuscita, ma il vero problema è proprio quello di coniugare dette politiche con i singoli territori. Questo compito di ricucitura non può che spettare ad un partito maturo e consapevole del ruolo che deve svolgere.
In questo contesto il rapporto tra politiche territoriali e programmazione regionale è fondamentale.