Catania, violentato in carcere perchè scriveva poesie d’amore

di Redazione

carcereCATANIA. Violentato in carcere perché scriveva poesie d’amore e dunque era da ritenere omosessuale. Parliamo di un giovane “picciotto” della mafia, stuprato da otto detenuti del carcere Piazza Lanza di Catania per i suoi modi effeminati e per aver composto versi d’amore, cose che non devono esistere per gli “uomini d’onore”.

Un episodio accaduto due anni fa, ma solo oggi venuto alla luce grazie alla trasmissione Klauscondicio condotta da Klaus Davi su YouTube. “In infermeria gli diedero nove punti di sutura all’ano”, rivela l’avvocato del ventenne violentato, Antonio Fiumefreddo, penalista e sovrintendente del Teatro Bellini di Catania. Durissima la condanna dell’Arcigay: “E’ stupefacente che si venga a conoscenza dopo due anni che un ragazzo appartenente ad un clan mafioso, sia stato stuprato in carcere da altri appartenenti al clan perchè ritenuto omosessuale. Chiediamo immediati ragguagli alle autorità competenti”, scrivono Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, e Paolo Patanè, presidente Arcigay Sicilia, che si mostrano preoccupati per il fatto che il giovane è ancora rinchiuso nel carcere catanese. “Chiediamo di conoscere le sue attuali condizioni di vita e quali siano le misure messe in atto per la sua protezione”.

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