L’Imam di Varese chiede estradizione in Marocco

di Redazione

Abdelmajid ZergoutVARESE. Abdelmajid Zergout, 43 anni, l’imam della moschea di Varese arrestato dalla Digos nella notte tra sabato e domenica con l’accusa di terrorismo internazionale formulata dalla giustizia del Marocco, ha accettato l’estradizione nel paese nordafricano.

Ad annunciarlo il suo legale, Luca Bauccio, al termine dell’udienza dinanzi alla Quinta Corte d’Appello di Milano, che dovrà decidere se concedere o meno l’estradizione. “Il mio cliente ha dato il consenso all’estradizione con grande dolore e sofferenza perché è stanco di 10 anni di persecuzione. E’ stanco dei sospetti in base ai quali è stato indicato come mandante delle stragi di Casablanca e Madrid, accuse poi cadute nel nulla, ed è stanco di essere usato come capro espiatorio”, ha detto l’avvocato di Zergout, alias “Abou al Barà”.

Sposato e con due figli era stato catturato dai carabinieri del Ros già tre anni fa sempre con l’accusa di terrorismo internazionale ma lo scorso anno la Prima sezione della Corte d’Appello milanese l’aveva prosciolto, assieme ad altri due marocchini imputati, poiché non vi era “alcuna prova di concreti obiettivi criminosi presi di mira dagli imputati, né delle concrete attività a costoro poste in essere per dar corso ai loro propositi, nemmeno a livello di atti preparatori o, comunque, funzionali alla loro esecuzione”. L’assoluzione era stata chiesta anche dal pm Elio Ramondini, proprio per la mancanza di prove che rendeva impossibile ottenere rogatorie internazionali.

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