Roma, azione pro Tibet di Cecchini

di Redazione

ROMA. Graziano Cecchini colpisce ancora. L’uomo che il 19 ottobre scorso tinse di rosso la Fontana di Trevi e che il 16 gennaio lanciò 500mila palline di plastica colorate da Trinità dei Monti, scende in campo per la difesa dei diritti umani e del popolo tibetano.

Questa mattina, a Castel Sant’Angelo, dietro una cortina di fumogeni si è alzato in cielo un obelisco lungo 20 metri, legato a 20 mongolfiere gonfiate ad elio del diametro di un metro e mezzo, con la scritta “Stop laogai”. Cecchini, con una sciarpa ”Taka”, tradizionale simbolo di pace e di amicizia tibetano, ha dichiarato: ”E’ una manifestazione pacifica a favore del popolo tibetano e della libertà di stampa in Cina e per i diritti del popolo Karen. Nessuno, da oggi, potrà più dire io non lo sapevo’. Vogliamo far prendere coscenza delle migliaia di condanne a morte che ogni anno avvengono in Cina. Voi volete una nuova Auschwitz? Noi no”. Accanto al leader di Azione futurista erano presenti la rappresentante delle donne tibetane in Italia, Tseten Longhini, e il presidente della Laogai Reserce Foundation Italia, Tony Brandi.

Tra i primi a commentarela clamorosa iniziativa di Cecchini, il capogruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. “Tutte le manifestazioni che mettano in risalto l’abiezione del regime cinese in un modo pacifico sono da salutare positivamente. Qui c’è anche un pizzico di fantasia in più”, dice Gasparri. “Mi auguro – aggiunge – che gli esponenti del governo italiano presenti a Pechino possano pronunciare parole più chiare e nette su questi temi, rispetto a quelle un po’ impacciate ascoltate finora. Vorrei che parlassero come hanno fatto leader internazionali come Bush e Sarkozy”.

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