Tremonti: “20mila nuovi alloggi”. E’ polemica

di Angela Oliva

Giulio TremontiROMA. Già è polemica sulla nuova manovra finanziaria presentata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, ieri, ha ottenuto il sì definitivo del Parlamento.

Tremonti ha spiegato come si compone la manovra, suddivisa in tre linee fondamentali: “La prima riguarda la stabilizzazione triennale dei conti pubblici e con il voto di ieri è stata chiusa. La seconda linea riguarda l’attuazione dell’agenda di Lisbona, completata per due terzi, mentre la terza linea riguarda il federalismo fiscale che completeremo a settembre e che è stato anticipato nel Dpef”. Il Ministro ha introdotto anche il ‘piano casa del governo Berlusconi’ che prevederà la costruzione, già dal prossimo anno, di 20mila nuovi alloggi costruiti sul modello del social housing applicato nelle Regioni”.

Proprio questa norma ha scatenato l’ira del sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari che, come ha sottolineato il segretario nazionale Luigi Pallotta, è una vera e propria “truffa: “Si tolgono 550 milioni di euro destinati nel 2007 all’emergenza abitativa, ed in particolare alle famiglie disagiate sottoposte a sfratto, per destinarli ad un fondo nazionale che dovrà finanziare un ‘piano casa’ tutto da definire entro sei mesi (gennaio 2009), che dovrà successivamente essere attuato dalle Regioni e dai Comuni. Stando alla lettura del testo – continua Pallotta – approvato il piano già si profila come l’ennesimo sostegno ai costruttori nostrani che per effetto della crisi vedono crollate le compravendite. Altri alloggi in proprietà, quindi, che non servono a nulla – conclude il segretario – e vanno nella direzione opposta alla necessità che lo stesso Governo e gli stessi costruttori hanno, sino a poche settimane fa, dichiarato: quella di costruire e recuperare alloggi in locazione a canoni sostenibili dai redditi delle famiglie in cerca di abitazione”.

Tremonti ha tenuto a precisare che i soldi risparmiati con la ‘Robin Tax’ serviranno ad “evitare ulteriori riduzioni della spesa sociale: i quattro miliardi di maggiori imposte da quel settore saranno utilizzati per risparmiare tagli in settori sociali per noi meritevoli. La carta sociale – conclude il Ministro dell’Economia – sarà finanziata oltre che da fondi pubblici anche da contributi dal settore privato, e in più con sconti che verranno dal settore del commercio”.

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