AVERSA. C’è chi si accontenta di «un’offerta a piacere», chi ha un tariffario fisso, variabile da uno a cinque euro.
Fenomeno in costante crescita quello dei parcheggiatori abusivi che controllano in maniera capillare il territorio, taglieggiando l’automobilista «costretto» a pagare l’obolo per evitare i danni di ritorsione all’autovettura, spesso minacciati.La geografia del racket della sosta è precisa. Piazza Marconi, a pochi passi dagli uffici del giudice di pace e dal nuovo tribunale, in corso di riqualificazione: qui, quotidianamente, gli avvocati lasciano la custodia dell’auto ai due-tre abusivi che si dividono la zona. La piazza, uno slargo immerso nel degrado, in attesa di una riqualificazione da tempo promessa ma non ancora realizzata, non ha ‘strisce blu’: i luoghi, le modalità e il prezzo della sosta sono decisi unicamente dagli abusivi. Anche in viale Europa, proprio davanti agli uffici postali, la sosta è affidata ai parcheggiatori non autorizzati. Il discorso non cambia se ci sposta in altre zone della città. Piazza Mazzini, via Salvo d’Acquisto, via Botticelli, viale Kennedy, l’intero rione della Trinità: sono questi i presidi fissi per gli abusivi dove è praticamente impossibile sostare senza sborsare la ‘mancia’. Ma ci sono anche zone dove l’automobilista è sottoposto ad una doppia vessazione, quella della sosta regolare e quella abusiva. In piazza Bernini, infatti, non lontano dalla stazione dei carabinieri, sede di uffici ed esercizi commerciali, gli ausiliari del traffico convivono a pochi passi dagli irregolari. La situazione diventa ancora più insostenibile nelle ore serali, quando tutte le strade della ‘movida’ diventano terreno fertile e lucroso per gli abusivi. «Non sono d’accordo – spiega il comandante dei vigili urbani Stefano Guarino – con la linea dura decisa dal mio collega napoletano. Ritengo eccessiva l’imputazione del reato di ‘favoreggiamento reale’ per chi paga la sosta all’abusivo. Chi viene taglieggiato è una vittima da difendere, non un complice da punire». In città, una sola volta è stato sanzionato, con un’ammenda pecuniaria pari a settecento euro, un abusivo della sosta che, poi, puntualmente, è ritornato al suo posto. «È complicato – spiega Guarino – cogliere in fragranza di reato chi chiede illecitamente il pagamento della sosta, perché, trattandosi di un reato amministrativo e non penale, il soggetto non può essere perquisito. Si tratta, comunque, di un problema sociale particolarmente diffuso laddove, come nell’agro aversano, più forte è l’emergenza occupazionale. E non può essere sottovalutato l’enorme flusso di denaro che, in questo modo, arriva nelle mani della camorra. La soluzione non è dietro l’angolo – conclude il comandante – è necessaria la continuità nell’opera di controllo del territorio. In questo senso, anche i cittadini hanno un compito importante: se tutti rispettassero le regole, le forze dell’ordine avrebbero un maggiore spazio d’azione per il contrasto alla microcriminalità».
da “Il Mattino”, giovedì 25.09.08 (di E.Picone)