CASTELLAMMARE DI STABIA (Napoli). Nuovo colpo di scena nella crisi delle Terme di Stabia. I Circoli della Libertà inviano i documenti contabili della società a partecipazione pubblica alla Procura Regionale della Corte dei Conti.
Linvio degli atti alla Corte dei Conti spiega Antonio Sicignano, vicepresidente regionale dei Circoli della Libertà della Campania rappresenta un atto dovuto, in considerazione sia del rilevante ammontare delle perdite subite, che in due anni ammontano a circa 3 milioni di euro (quasi 7 miliardi di vecchie lire), oltre che per lanciare un segnale forte allamministrazione comunale stabiese che, per il secondo anno consecutivo, si appresta a ripianare i debiti delle Terme con una calma olimpica, quasi come se nulla fosse accaduto finora.
Intanto, in attesa che la Corte dei Conti si pronunci sulla questione, sono palesi per i Circoli della Libertà le responsabilità politiche dellattuale amministrazione nella crisi degli ultimi giorni. Chi parla spiega Sicignano – è stato in passato membro del cda delle Terme, e quindi conosce bene i problemi della struttura. Tanto che, già allora, il sottoscritto, per due volte consecutive, votò sia contro il bilancio delle Terme perché non condivideva la gestione economica del complesso, sia contro la creazione del progetto Benessere. Progetto, questultimo, che, secondo i documenti contabili in nostro possesso, addirittura ha guadagnato meno del parcheggio della struttura termale. La crisi attuale aggiunge Sicignano – rappresenta un fatto mai verificatosi prima di ora e dalle proporzioni enormi. Considerato, poi, – continua – che è immorale che, mentre i lavoratori rischiano la cassa integrazione, si spendano, tra il 2006 e il 2007, 382 mila euro in consulenze sanitarie, 111 mila euro in consulenza FKT, 119 mila euro in spese legali e notarili, e 48 mila euro in spese telefoniche. Ciò, anche in considerazione del fatto che nel 2007 ci son state 132.420 cure in meno nel reparto fisioterapico, 20074 nel reparto inalazioni, 6794 nel reparto ventilazione polmonare, 9515 nel reparto sordità rinogena e 1252 nel reparto idroponico. Una vera caporetto.
Conclude Sicignano: «alla luce di tutto ciò, chiediamo ufficialmente le dimissioni del presidente delle Terme, manifestando che siamo pronti scendere in piazza, con le altre forze politiche, qualora dette dimissioni non arrivino nel breve. Ciò, – conclude – anche in considerazione del fatto che il presidente delle Terme è palesemente incompatibile nel suo doppio incarico di avvocato dei consumatori, impegnato nella lotta contro la Gori, e amministratore di una società come le Terme che gestisce un importante patrimonio di acque pubbliche.