Intreccio politica-criminalità: Caputo pone la questione morale

di Redazione

Nicola CaputoNAPOLI. Intervenuto alla festa del Pd, in corso di svolgimento alla mostra d’Oltremare di Napoli, il consigliere regionale Nicola Caputo, al fianco degli altri esponenti del consesso campano e del vicepresidente della giunta Antonio Valiante, è stato chiamato ad affrontare la “questione morale”.

Soprattutto in seguito agli ultimi articoli pubblicati dall’Espresso, l’intreccio criminalità e politica è tornato alla ribalta. “Un problema trasversale – commenta Caputo – quello delle ingerenze del malaffare nella politica, ma certo bisogna avere la maturità per non fare di tutta l’erba un fascio. Generalizzare è sbagliato, soprattutto perché sono tanti e fortemente motivati i politici che agiscono perseguendo esclusivamente il bene della collettività”. Secondo Caputo, ci sono tutte le condizioni per poter formare una nuova classe dirigente. “Ci sono forze e risorse dalle grandi potenzialità – afferma il vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale – e oggi più che mai è necessario lavorare affinché la politica e le classi dirigenti recuperino innanzitutto credibilità. Del resto- osserva Caputo – è questo lo spazio di azione del Codice etico del Pd, uno strumento che definisce principi a cui aderire e comportamenti adeguati su cui impegnarsi. Inserendolo fra le carte fondamentali ( statuto e manifesto dei valori), il Pd ha compiuto una scelta forte. Ma altrettanto forte deve essere il nostro rispetto nei confronti di questo patto che ci dà l’occasione di offrire un segnale importante di cambiamento”. Caputo non ha dubbi: “Tocca al Pd – sostiene – assicurare la rinascita della politica e il riscatto del territorio riaccendendo l’entusiasmo di chi crede che le nostre terre abbiano ancora tanta vitalità da esprimere nonostante l’ombra della criminalità organizzata ne ostacoli costantemente la crescita sociale ed economica”. “Il Pd è chiamato ad essere con estremo rigore il partito della legalità, intesa sia come lotta alle mafie e alla corruzione politica, sia come paziente opera di formazione di una nuova coscienza civile. Tocca alla politica ricominciare, – aggiunge il consigliere – partendo innanzitutto da una riflessione su ciò che non è stata lasciandosi alle spalle le barriere del silenzio e dell’indifferenza, che per troppo tempo hanno impedito il radicamento di una cultura di legalità e anche di una coscienza civica. Dinanzi a un territorio che sanguina, – conclude Caputo – bisogna trasferire il messaggio che una realtà diversa c’è e non è utopia”.

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