Alitalia, Berlusconi: “Se fallisce niente garanzie su esuberi”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. “Se la trattativa fallisce il governo non potrà garantire a tutti i 20mila lavoratori di Alitalia quanto promesso ai 3250 esuberi previsti dal piano di salvataggio e vi sarebbe una drastica riduzione di sostegni e rimborsi”.

E’ quanto dichiarato dal premier Silvio Berlusconi, che lunedì sera a ‘Porta a Porta’ ha accusato i sindacati di un egoismo irragionevole, teso a mantenere “privilegi”, spiegando che la sola alternativa alla Cai (Compagnia aerea italiana) è il fallimento.

A replicare è il ministro ombra dell’Economia ed ex ministro delle attività produttive, Pierluigi Bersani: “Le affermazioni di Berlusconi sono senza capo nè coda, la nostra esperienza di governo non è stata senza problemi con il sindacato. A noi minacciarono scioperi generali per molto meno di quello che sta accadendo adesso in economia. Dire che i sindacati sono a servizio di Tizio e Caio è una sciocchezza e corrisponde all’idea del premier di scaricare i problemi secondo la logica per cui a lui vanno gli applausi e agli altri le corna”. Per Bersani l’unica differenza tra il Pd e il centrodestra è che “noi abbiamo sensibilità verso il mondo del lavoro, pur essendo intenzionati a cancellare i privilegi”.

Nel frattempo la riunione è saltata la riunione tra le nove sigle intersindacali dei lavoratori Alitalia, inizialmente annunciata per oggi, e presso la sede Alitalia della Magliana sono arrivati gli agenti del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che hanno acquisito i bilanci consolidati degli ultimi dieci anni e altra documentazione, nell’ambito dell’inchiesta della procura aperta dopo la dichiarazione di insolvenza della compagnia di bandiera.

Il segretario della Uil, Luigi Angeletti, getta acqua sul fuoco e lascia aperto uno spiraglio, affermando che percentuali di buona riuscita nella trattativa sono “buone ma non il 100%” e alle controparti chiede che ai lavoratori venga garantita soprattutto certezze: “Dobbiamo essere sicuri che facciamo sacrifici a fronte di impegni affidabili”. Il problema riguarda il contratto di lavoro: i sindacati vogliono il mantenimento degli attuali salari.

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