CASERTA. I carabinieri del Comando Provinciale diCaserta, agli ordini del colonnello Carmelo Burgio,hanno arrestato i tre componenti del gruppo di fuoco ritenuto lautore della strage di Castelvolturno.
Si tratta dei pericolosi latitanti Alessandro Cirillo (o Sergente), Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia. Erano nascosti in un rifugio allinterno di due villini di Quarto Flegreo, nel napoletano, dove sono stati ritrovati due kalashnikov e due pistole di grosso calibro, probabilmente usati per i recenti delitti di camorra.
Nel corso di una vastissima operazione della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal dottor Rodolfo Ruperti, sono poi state arrestate102 persone su 107 ordinanze di custodia cautelare (77 notificate in carcere e 30 nel casertano) emesse dal gip di Napoli su richiesta della Dda. Tra queste anche Giuseppina Nappa, 48 anni, moglie del boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, in carcere con una condanna allergastolo inflitta nel processo Spartacus. Arrestato nella propria abitazione anche un avvocato di Casal di Principe, Mario Natale, accusato tra laltro di estorsione.
Finisce in carcere tutto il clan Schiavone, tra capi e gregari dellorganizzazione criminale di Casal di Principe, egemone nella provincia casertana con diramazioni nazionali ed internazionali
, dice il capo della Mobile casertana Ruperti.
Tra i destinatari delle ordinanze ancora latitanti ci sono Michele Zagaria, Antonio Iovine (o Ninno), Mario Caterino, Nicola Panaro. Del gruppo di fuoco sono invece ancora ricercati Giuseppe Setola ed Emilio di Caterino.
Gli arresti sono stati eseguiti in tutta Italia e hanno visto impegnati circa 500 uomini della Squadra Mobile di Caserta, Napoli, Benevento, Avellino, Salerno, Latina, Campobasso, Isernia, Frosinone e dei Reparti Prevenzione di Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Aosta, Lucania, Salento, Sicilia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Calabria.
Contemporaneamente Polizia e Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro di beni mobili, immobili e società commerciali, per circa 100 milioni di euro, nel casertano, nel napoletano, nel basso Lazio e in Toscana, riconducibili al clan dei Casalesi.
Nella giornata di ieri la Guardia di Finanza di Marcianise e la polizia di Caserta, coordinati dalla Dda di Napoli, avevano sequestrato beni mobili e immobili per un valore di oltre 10 milioni di euro risultati intestati a prestanomi ma, di fatto, appartenenti a Giuseppe Setola, uno dei ricercati numeri uno assieme a Cirillo, Spagnulo e Letizia, ritenuto il capo del gruppo di fuoco. Sequestrati circa 20 appartamenti tra Casal di Principe e San Cipriano dAversa ed il lussuoso bar Delle Sirene a Casal di Principe, aperto soltanto cinque giorni fa.
Cirillo, Spagnuolo e Letizia sono tutti e tre ex membri del clan Bidognetti che, secondo le ultime indagini, avrebbero formato un nuovo clan dopo lo scioglimento della fazione guidata dal boss in carcere Francesco Bidognetti, detto Cicciotto e mezzanotte, iniziato con il pentimento di Domenico, detto Bruttaccione, cugino del boss Francesco, e della moglie di questultimo Anna Carrino. I tre, assieme a Setola e Di Caterino, avrebbero iniziato a chiedere le estorsioni per conto proprio dallinverno scorso. Lo testimoniano le rivelazioni del pentitp Gaetano Vassallo, imprenditore di Cesa (Caserta) nel settore rifiuti ed ex albergatore, che ha raccontato ai pm dellAntimafia di aver incontrato a marzo Cirillo a casa del fratello di Giuseppe Setola.
Cirillo, del peso corporeo che supera il quintale, è ricercato per delitti commessi nel 1994 e nel 1996. Spagnuolo, invece, è considerato uno dei più abili del gruppo di fuoco che ha iniziato a spargere sangue nel casertano dallomicidio di Umberto Bidognetti, padre del collaboratore di giustizia Domenico, avvenuto il 2 maggio scorso.
Letizia è considerato invece un abile guidatore e non si esclude che proprio lui fosse alla guida dellauto dei killer della strage degli immigrati a Castelvolturno. E stato accanto a Luigi Guida detto o drink, napoletano del quartiere Sanità passato a servizio con i Casalesi.
Spagnuolo e Cirillo avrebbero fatto, assieme ad Alfonso Cesarano (arrestato allindomani della strage di Castel Volturno, parte del gruppo di fuoco che ha ucciso sei immigrati e un gestore di una sala giochi, Antonio Celiento.
Giuseppe Setola, ricordiamo, era uscito ad aprile scorso dal carcere, nonostante fosse agli arresti sotto i rigori del 41 Bis, per poter curare grave patologia retinica in una struttura ospedaliera di Pavia. Da allora è latitante.