CASERTA. Nicola Cosentino e Nicola Ferraro nel mirino delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gaetano Vassallo e Domenico Bidognetti.
Gaetano Vassallo, il re Mida dei rifiuti, reo di aver organizzato parte del traffico di rifiuti tossici andati a finire in provincia di Caserta, nellambito di scottanti dichiarazioni rese ai magistrati dellantimafia di Napoli, tira in ballo anche linfluente politico di Casal di Principe, sottosegretario allEconomia, nonché deus ex machina di Forza Italia in Terra di Lavoro.
A dare notizia in prima battuta delle rivelazioni di Vassallo è stato, questa settimana, il periodico LEspresso, di cui riportiamo un estratto dellarticolo dedicato, appunto, ai supposti rapporti fra Vassallo e Cosentino.
Confesso che ho agito per conto della famiglia Bidognetti dichiara Vassallo – quale loro referente nel controllo della società Eco4 gestita dai fratelli Orsi. Ai fratelli Orsi era stata fissata una tangente mensile di 50 mila euro… Posso dire che la società Eco4 era controllata dallonorevole Nicola Cosentino e anche lonorevole Mario Landolfi (An) vi aveva svariati interessi. Presenziai personalmente alla consegna di 50 mila euro in contanti da parte di Sergio Orsi a Cosentino, incontro avvenuto a casa di questultimo a Casal di Principe. Ricordo che Cosentino ebbe a ricevere la somma in una busta gialla e Sergio mi informò del suo contenuto.
Rapporti antichi, quelli con il politico che la scorsa settimana ha accompagnato Berlusconi nellultimo bagno di folla napoletano
: La mia conoscenza con Cosentino risale agli anni 80, quando lo stesso era appena uscito dal Psdi e si era candidato alla provincia. Ricordo che in quella occasione fui contattato da Bernardo Cirillo, il quale mi disse che dovevamo organizzare un incontro elettorale per il Cosentino che era uno dei nostri candidati ossia un candidato del clan Bidognetti. In particolare il Cirillo specificò che era stato proprio lo zio a far arrivare questo messaggio.
Lo zio, spiega, è Francesco Bidognetti: condannato allergastolo in appello nel processo Spartacus e, su ordine del ministro Alfano, sottoposto allo stesso regime carcerario di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Lelezione alla provincia di Caserta è stata invece il secondo gradino della carriera di Cosentino, lavvocato di Casal di Principe oggi leader campano della Pdl e sottosegretario allEconomia.
Faccio presente che sono tesserato Forza Italia e grazie a me sono state tesserate numerose persone presso la sezione di Cesa. Mi è capitato in due occasioni di sponsorizzare la campagna elettorale di Cosentino offrendogli cene presso il ristorante di mio fratello, cene costose con centinaia di invitati. Lho sostenuto nel 2001 e incontrato spesso dopo lelezione in Parlamento.
Ma quando si presenta a chiedere un intervento per rientrare nel gioco grande della spazzatura, gli assetti criminali sono cambiati. Il progetto più importante è stato spostato nel territorio di Sandokan Schiavone. Il parlamentare lo riceve a casa e può offrirgli solo una soluzione di ripiego: Cosentino mi disse che si era adeguato alle scelte fatte a monte dai casalesi che avevano deciso di realizzare il termovalorizzatore a Santa Maria
Vassallo non se la prende. È abituato a cadere e rialzarsi. Negli ultimi venti anni è stato arrestato tre volte. Dal
Sin qui larticolo del prestigioso settimanale a cui, quanto meno nellimmediato, non hanno fatto seguito repliche di sorta da parte di Nicola Cosentino che, fra laltro, non è lunico politico casalese ad essere oggetto delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Sempre il settimanale edito dalla Rcs riporta le dichiarazioni del pentito Domenico Bidognetti, cugino del capoclan Francesco, a carico stavolta di Nicola Ferraro, anchegli di Casal di Principe, consigliere regionale e uomo di punta dellUdeur di Clemente Mastella. Dichiara Bidognetti: Nicola Ferraro prelevava anche i rifiuti speciali delle officine meccaniche. Anzi fingeva di prelevare i rifiuti ma in realtà faceva delle false certificazioni e venivano smaltiti illegalmente. Ferraro, arrestato (poi scarcerato) nella retata che a gennaio azzerò il partito, viene ora chiamato in causa per frequentazioni più pericolose: Era un imprenditore molto vicino al clan dei casalesi. Prima era più vicino alla famiglia Schiavone, poi deve essersi avvicinato a Antonio Iovine. Bidognetti poi racconta: Nel 98 chiesi anche la somma che proveniva dal Villaggio Coppola, ma il tramite mi disse che lì operava Nicola Ferraro con unaltra società, anche lui entrato nel giro dei rifiuti e poi nella politica. E ancora: Rappresento di averlo contattato telefonicamente nella latitanza nel 98-99. Gli chiesi una tangente per la disinfestazione a Castel Volturno. Mi fece capire che aveva già pagato nelle mani di Antonio Iovine. Io parlai poi con Michele Zagaria, sempre al telefono, e lui mi confermò di aver ricevuto 50 milioni. Infine conclude: A testimonianza dei buoni rapporti fra il Ferraro ed il clan, un anno fa Cicciariello (Francesco Schiavone, cugino omonimo di Sandokan) mi disse che voleva mandare a dire a Ferraro di intercedere presso il suo compare ministro della Giustizia, per fare revocare, un po per volta, i 41 bis applicati a noi casalesi. Non so dire se poi Cicciariello attuò questo proposito.
Ma il politico casertano, dalle colonne del quotidiano Il Mattino,si difende: Colpiscono me per colpire Berlusconi. Stanno tentando di fare in Campania con me quello che stanno facendo con il Cavaliere le altre Procure dItalia. A Casal di Principe cera anche la mia segreteria politica – prosegue Cosentino – Normale che venivano tutti, mi aspettavano anche sotto casa. Ma questi signori lo sanno come si fa politica, come si sta sul territorio? Io per trentanno lho fatta così. Il sottosegretario chiarisce: Mai visto in vita mia non so nemmeno come è fatto fisicamente. So solo, leggendo dai giornali, che ha accusato anche i suoi fratelli.
Lesponente del Pdl aggiunge di aver ricevuto diverse telefonate di solidarietà dai colleghi e di ritenere questo un vile attacco politico non contro di me o Landolfi, ma contro il Pdl nel suo complesso, proprio nel momento in cui Berlusconi dimostra di risolvere il problema dei rifiuti, conquistando di fatto la maggioranza dei consensi degli elettori a Napoli e in Campania.
Se si dimostrasse vera una sola delle calunnie che mi rivolgono – conclude – mi dimetterei un minuto dopo e lascerei la politica. Ma si tratta appunto di calunnie allo stato puro, anzi peggio, di pentiti orchestrati a orologeria, con accuse false ma ben architettate, che mirano a distogliere lattenzione dellopinione pubblica dalle enormi ed acclarate responsabilità di Bassolino e compagni sulla vicenda rifiuti, responsabilità politiche prima ancora che giudiziarie.