“No Cav Day”, Procura vuole processare la Guzzanti

di Antonio Taglialatela

Sabina GuzzantiROMA. Il “No Cav Day”, tenutosi lo scorso 8 luglio in piazza Navona, nel mirino della Procura di Roma che ha indagato Sabina Guzzanti per vilipendio contro il Papa mentre ha chiesto l’archiviazione per Beppe Grillo, il cui attacco contro il presidente Napolitano è stato ritenuto “satira”.

Il procuratore Giovanni Ferrara e il pm Antonello Racanelli ritengono gravi e volgari le parole della Guzzanti (“Ratzinger fra vent’anni sarà all’inferno, tormentato da diavoloni frocioni”) ma per poter procedere nei suoi confronti la legge prevede il via libera del Ministro della Giustizia nel caso di vilipendio nei confronti del Papa, equiparato al capo dello Stato, sulla base del Trattato Lateranense.

Per quanto riguarda, invece, le offese della Guzzanti al ministro delle pari opportunità Mara Carfagna al momento non è giunta nessuna querela. “A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi. Ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché t’ha succhiato l’uccello, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio”, aveva detto la Guzzanti.

In difesa della comica arriva il protagonista del “No Cav Day”, Antonio Di Pietro: “L’onore ed il prestigio del Pontefice, al quale va il mio massimo rispetto, a mio avviso, non sono calpestati dalla satira della Guzzanti che, proprio in quanto satira, va presa per quel che è”, ha affermato il leader dell’Italia dei Valori, per il quale “si può condividere o non condividere e neanche io l’ho condiviso quel giorno, ma solo ai tempi dell’olio di ricino chi la pensava diversamente finiva in galera. Ma si sa – conclude l’ex pm di Mani Pulite – essere una donna libera ai giorni nostri è un reato!”.

Di diverso avviso il parlamentare dell’Udc Luca Volontè: “Satira e comicità quel giorno non stavano in piazza. Bene ha fatto la procura di Roma, la Guzzanti e company non invochino nessuna ‘censura’, insulti gratuiti al Papa devono essere sanzionati”.

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