Era l11 novembre 2007, Gabriele Sandri, giovane tifoso della Lazio, si stava recando, in compagnia di altri amici, a Milano per assistere alla partita della sua squadra del cuore.
Un proiettile, partito dalla pistola dordinanza dellagente della Polstrada Luigi Spaccarotella, lo colpì alla nuca uccidendolo sul colpo. Ora Spaccarotella chiede scusa alla famiglia Sandri per quellepisodio e lo fa attraverso una lettera: Ai familiari di Gabriele Sandri chiedo perdono. Ma non trovo le parole. Ho ucciso il loro figlio: dire che mi dispiace, che non volevo, non può essere sufficiente. Vorrei incontrarli, anche se so che non sarebbe facile. Quel maledetto 11 novembre èmorta anche una parte di me. Pochi giorni dopo chiesi al vescovo di Arezzo di far arrivare ai Sandri il mio cordoglio. Lui si mise in contatto con persone vicine alla famiglia di Gabriele ma, non so perché, gli fu risposto che i tempi non erano maturi.
Continuando Spaccarotella cerca di ricostruire la dinamica dellincidente: Correvoil colpoè partito accidentalmente, poiè stato deviato. Non ho mirato all’auto: come si può pensare che abbia voluto uccidere qualcuno? Voglio pagare per quel che ho fatto, ma pensare che sia stato un omicidio volontarioè troppo.
Lagente della Polstrada parla anche di come sia cambiata la sua vita dopo la morte di Gabriele: Rimettermi la divisa, quando sono tornato al lavoro, nonè stato facile. Non ho più voluto impugnare una pistola, né salire su un’auto della polizia. Quando sono tornato nellarea di servizio di Badia al Pino mi sembrava che intorno ci fosse silenzio eppure c’era il rumore delle auto. Guardavo, ma non riuscivo a pensare.Vorrei che il processo finisse presto. conclude Spaccarotella – ma forse la fretta può essere cattiva consigliera.
Non perdonano, almeno per adesso, i familiari di Gabriele, come ha affermato il fratello Cristiano: Il perdono? E’ tardi. La richiesta arriva con una tempistica processuale ineccepibile, che fa sorgere qualche perplessità. Non suona come vera. Incontrarlo? Non lo so, non ne abbiamo mai parlato. Ma sarebbe difficile. Un conto sarebbe stato incontrarlo subito, ma che la sua richiesta e le scuse arrivino a processo iniziato appare fuori luogo.
Anche il legale della famiglia Sandri, Michele Monaco parla di scuse arrivate in ritardo poiché in 10 mesi Spaccarotella non si è mai messo in contatto con la famiglia di Gabriele: E’ una mossa un po’ tardiva. E poi, dicendo che il colpo è partito accidentalmente, Spaccarotella nega l’evidenza. Ci sonoprove, testimoni, che dimostrano il contrario.