ROMA. Lassociazione degli assistenti di volo, Anpav, cambia idea e si dichiara pronta a firmare laccordo quadro della Cai per lacquisizione di Alitalia.
A riferirlo è il presidente del sodalizio Massimo Muccioli, il quale auspica che laccordo quadro già sottoscritto dai sindacati confederali e lUgl venga firmato da tutte le altre organizzazioni. LAnpav continua Muccioli – ritiene che linvarianza salariale, a fronte di un aumento della produttività, nel rispetto delle normative vigenti europee, sia però una condizione ineludibile.
Sullapertura degli assistenti di volo dellAnpav al piano industriale della Compagnia Aerea Italiana interviene il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: Il si dellAnpav è significativo e rappresenta la responsabile presa datto di una situazione altrimenti senza sbocchi se non quello tragico del fallimento. Non si tratta di chiedere a qualcuno una forma di resa, ma solo una riflessione sulla gravità dello stato di fatto e sul contributo che ciascuno può dare per garantire un futuro ad Alitalia.
Intanto, il Partito democratico corre in soccorso della Cgil, accusata da governo e centrodestra di essere la principale responsabile del ritiro della cordata guidata da Roberto Colaninno per salvare lAlitalia. Da New York parla il leader segretario del Pd Walter Veltroni, che nonostante tutto si dice ancora fiducioso sullesito della vicenda. E stata gestita da un governo di dilettanti – ha detto – ma non è ancora troppo tardi per trovare una soluzione.
Questa mattina il Ministro dellEconomia Giulio Tremontiera intervenuto,in Consiglio dei Ministri, sulla vicenda Alitalia ammettendo le reali condizioni di difficoltà escludendo, però, lipotesi di nazionalizzazione della compagnia aerea. Purtroppo, come ha sottolineato il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, non cè un piano B, quindi, lunica alternativa alla cordata Cai è il fallimento.
Solo nella giornata odierna sono stati cancellati dei voli da e per Roma Fiumicino e la situazione, per i prossimi giorni, potrebbe essere ancora più drammatica considerato che non vi è carburante a sufficienza per garantire i voli. Il presidente dellEnac, Vito Riggio, ha dichiarato: Noi applichiamo un regolamento comunitario del 92. Il primo requisito che deve avere una compagnia per conservare la licenza di volo è che dimostri di avere liquidità sufficiente per almeno tre mesi. Quando ci si trova di fronte ad una situazione di crisi acclarata, come è stato per la compagnia di bandiera, si può rilasciare una licenza provvisoria in presenza di un piano di ristrutturazione. Ed è quello che abbiamo fatto noi in presenza del progetto Cai. Lunedì vedremo il commissario Fantozzi e capiremo se e quali altre ipotesi di ristrutturazione finanziaria sono oggi possibili. In caso che non si trovassero le condizioni per la licenza sarà inevitabile lo stop anche se, come assicura Riggio, non vuol dire che da lunedì già non ci saranno più voli Alitalia, ma come prassi apriremo unistruttoria formale per fare tutte le verifiche. Riggio ha spiegato inoltre: Se non ci fosse nulla di concreto sul tavolo, tempo una settimana o al massimo dieci giorni e gli aerei non potrebbero più alzarsi da terra. Ma ovviamente ci auguriamo che questo non accada.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato che la situazione è sul ciglio di un baratro. Cè anche qualcuno che ha parlato di unacquisizione da parte di compagnie aeree straniere come Lufthansa (che però ha negato) ad Air France, da Aeroflot a British Airways e anche Emirates.
Il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha affermato: Abbiamo firmato per il personale di terra che rappresentano il 51% dei lavoratori mentre non è stato così per il personale di volo e non si può firmare un accordo separato se si rappresenta meno della metà dei lavoratori. Hanno cominciato a dare la colpa a noi prima che la trattativa fosse finita ma è stata la Cai a tirarsi indietro perché si sono accorti che non riuscivano a risolvere il problema del personale di volo. Inoltre, già da qualche giorno, trapelava che all’interno della cordata c’erano contrasti.
Il segreatario della Uil Luigi Angeletti, invece, passa il testimone ai lavoratori sostenendo che debbano essere loro a decidere: Le decisioni che riguardano i posti di lavoro non possono essere assunte solo dai sindacalisti, tanto più in Alitalia, dove questi stessi sindacalisti non sono votati dai lavoratori. Poiché a questo punto, tra pochi giorni, molte migliaia di persone rischiano di restare per strada, siano i lavoratori a dire sì o no al piano Cai. E la Cai consideri vincolante il voto di quelli che potrebbero essere i suoi lavoratori. Si voti subito, dunque, piuttosto che fantasticare su futuri improbabili miracoli.