ROMA. Ospite alla Festa del Pd, a Firenze, il presidente della Camera Gianfranco Fini accoglie la proposta di Walter Veltroni relativa al voto agli immigrati per le elezioni amministrative.
Proposta, in realtà, già lanciata dallo stesso Fini qualche anno fa, quando era vicepremier.
Tuttavia, per il leader di An occorrono determinate condizioni: Gli immigrati devono dimostrare di essere in grado di adempiere a certi doveri. Diritti e doveri devono stare insieme. Avere un lavoro, un domicilio, rispettare le leggi e pagare le tasse. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale lobbligo di identità per i minori. La terza carica dello Stato ha comunque sottolineato che il diritto di voto non garantisce di per sé lintegrazione. Alcuni stranieri ha ricordato Fini hanno già il diritto di voto e sono quelli appartenenti ai 27 paesi dellUnione Europea compresi quelli che, come Bulgaria e Romania, non hanno dimostrato una reale volontà di integrazione. Pensare che lintegrazione sia garantita solo dal diritto di voto è illusorio.
Sullargomento aveva manifestato un no secco il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: Votano i cittadini italiani sia alle politiche che alle amministrative. La Costituzione è chiara e non va modificata. Chi resta più di dieci anni in Italia può fare domanda e se diventa cittadino ha pienezza di diritti. La solidarietà non ha nulla a che vedere con il voto.
La posizione di Fini, pertanto, rischia di creare divergenze nel Pdl ma anche con la Lega. Non a caso il sottosegretario al ministero Infrastrutture e Trasporti, Roberto Castelli, commenta: Quella del voto agli immigrati era una delle promesse elettorali del Pd. Una proposta sonoramente bocciata dagli italiani con il loro voto. Veltroni aspetti di vincere le elezioni per riproporla, ma se proprio vuole fare il maitre a penser delle cause perse provi a parlarne con Obama.