SAN TAMMARO. Avevano acquistato alcuni capi di bestiame da un fornitore abruzzese per un totale di 55 mila euro consegnando al commerciante soltanto un piccolo acconto come anticipo, accompagnato da cinque assegni risultati poi senza fondo.
Una truffa scoperta successivamente dal commerciante di bestiame una volta accortosi del mancato incasso dei 52mila euro restanti. Di qui la denuncia dellimprenditore dellAquila e lavvio di uninchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere sfociata in unordinanza di custodia cautelare in carcere con larresto di tre persone. Si tratta dei fratelli Pasquale e Plinio DAusilio, rispettivamente di 40 e 38 anni (titolari di una piccola azienda bufalina) e di Salvatore De Gennaro, 25 anni, di San Tammaro. Il gip del tribunale sammaritano ha rilevato anche un secondo reato contestato dalla Procura ai tre, ovvero un concorso in tentata estorsione. Gli arresti sono scattati ieri mattina ad opera dei carabinieri di Grazzanise reparto dipendente dalla compagnia di Santa Maria Capua Vetere agli ordini del capitano Carmine Rosciano che hanno seguito le indagini dal giorno della denuncia dellimprenditore abruzzese. La vittima, infatti, dopo aver venduto alcune decine di capi di bestiame ai fratelli DAusilio per un totale di 55 mila euro, aveva ricevuto come acconto soltanto tremila euro in contanti e la rimanente parte con cinque assegni bancari. Una volta accortosi della mancata copertura degli assegni, il commerciante si era recato presso labitazione dei DAusilio per lamentare la mancata copertura degli assegni. Di qui la reazione dei tre che avrebbero di fatto aggredito il commerciante: in particolare secondo quanto accertato dai militari – oltre a malmenarlo, lo avrebbero anche perquisito per recuperare gli assegni scoperti «invitandolo» a non denunciare laccaduto. Un episodio che ha spinto luomo a sporgere una denuncia che ha fatto aprire linchiesta. I tre arrestati sono stati associati presso la Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
Il Mattino (BIAGIO SALVATI )