SANTARPINO. Si continua a sparare sulla Croce Rossa, si confonde il sacro con il profano. Ci domandiamo: le politiche per linfanzia sono o no Politica?
Ossia quella da noi scelta e considerata asse portante per lo sviluppo sociale della nostra comunità?! Infatti, la scelta di inventare un apposito comitato per i diritti dellinfanzia è nata proprio dalla consapevolezza che ogni ente, istituzione civile o religiosa, preposta come agenzia educativa per i minori, nel rispetto delle proprie competenze, avrebbe ceduto parte del proprio potere istituzionale a favore di un tavolo di concertazione permanente, dove al centro non vi è la gestione del minore ai fini della strumentalizzazione politica, come nel caso in specie che sta conducendo lattuale amministrazione, ma dove ci sia il minore con ognuna delle sue debolezze ed il suo mondo meraviglioso tutto da scoprire.
Infatti, i progetti ideati dal Co.D.I., in particolare Estate Ragazzi, sono nati dalla convinzione che la città, specialmente nel periodo di chiusura delle scuole, deve essere vissuta e deve appartenere al minore cittadino attivo oggi. E soprattutto sono nati con il confronto continuo e lascolto diretto dei ragazzi. Anno per anno sono stati adottati, nonché perfezionati, con il loro protagonismo e totale coinvolgimento. Questo è stato anche dimostrato nel 2007 da uno studio ricerca effettuato dalla prof.ssa Claudia Chiarolanza, docente di Psicologia della comunità presso
Con lavvicendamento della nuova amministrazione, dal primo giorno, abbiamo affermato che le politiche dellinfanzia devono diventare la linea politica programmatica principale dellamministrare il nostro paese. Ne eravamo e ne siamo tuttora convinti, indipendentemente dai propri ruoli politici e istituzionali. Il Comitato, meglio ancora evolutosi in fondazione per i minori (sarebbe la prima fondazione pubblica in terra di lavoro), è uno strumento innovativo di politica di welfare locale e a maggior ragione non può e non deve essere condizionato o condizionabile dalla politica di parte. Tale convinzione, così profonda in noi, ci indusse lo scorso febbraio ad affidare la massima rappresentanza del Comitato al Parroco della nostra comunità, figura apolitica per eccellenza. Ma purtroppo abbiamo constatato che la prima cosa a cui ha pensato questa amministrazione è stata come creare una poltrona ad hoc per garantire un impegno politico elettorale.
Noi siamo profondamente rammaricati nellintervenire sullargomento ma siamo stati costretti da una esternazione vaneggiante delloccupante la suddetta poltrona. Ora considerato e condiviso che con i bambini non si scherza e che essi non comprenderebbero questo gioco tra le parti, noi crediamo con forza, proprio per evitare il solito teatrino della politica e utilizzare i bambini come foglie di fico per nascondere lincapacità di chi amministra, che sia arrivato il momento di trasformare tale strumento in un ente autonomo ed indipendente dalle cariche politiche elettive, prevedendo espressamente una figura di rappresentanza diversa dagli eletti e lontana dallagone politico.
Saremo da subito, a dimostrazione di ciò, pronti ad approvare nel prossimo Consiglio Comunale uno statuto, discutibile ed emendabile, per la costituzione della fondazione, già redatto da un tecnico e agli atti del comune. Tali precisazioni erano doverose per preservare la memoria di chi cinque anni fa ha fortemente creduto e voluto la nascita del Co.D.I., ha lavorato per realizzarla, ha meditato sulle finalità e sugli scopi che il Comitato avrebbe dovuto perseguire con la collaborazione, i consigli, lesperienza, le professionalità di quanti si sono succeduti al tavolo inter-istituzionale.
Crediamo, dunque, che sia impensabile affermare che proprio chi ha la paternità di tale prezioso strumento di welfare sociale non ne abbia capito le finalità. E unaffermazione traboccante di superbia che male interpreta, o vuole interpretare, lintuizione da parte dellopposizione di cogliere i momenti di aggregazione pubblica per dialogare con i cittadini, per informarli sullattività istituzionale conferita da loro stessi, nellesercizio della funzione di controllo e vigilanza sulloperato della maggioranza.
Ci saremmo aspettati, invece, un invito a collaborare per trasformare la sede Co.D.I. in patrimonio per la fondazione pubblica, così da non assistere allo scempio della trasformazione della sede in due aule scolastiche arrabattate!.
Giuseppe Savoia