Criminalità e degrado sociale: appello a Chiesa e Istituzioni

di Nicola Rosselli

 AVERSA. “Vedere oggi che questo Tuo grembo è devastato da chi lo individua come luogo di arricchimento illegale o covo di un imbarbarimento sociale rattrista noi che a Te, alla Tua storia, alla Tua cultura, alle Tue tradizioni tanto dobbiamo ed agli insegnamenti dei Tuoi figli che ci hanno preceduto ci siamo formati”.

E’ questo uno dei passi più significativi della “Lettera alla nostra Terra”, un appello contro la deriva di inciviltà in cui versa il casertano e l’agro aversano in particolare. Appello sottoscritto non da una parte politica, ma da cinque esponenti della società civile: Antonio Della Gatta, prossimo presidente dell’Unione Industriali di Caserta; Raffaele Maisto, presidente del comitato per Aversa Provincia; Antonio De Chiara, responsabile del Consorzio di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno; Alberto Coppola, urbanista, docente universitario; Raffaele Ferrara, già sindaco di Aversa per due consiliature. Si tratta di un appello che, per la prima volta, dopo la famosa lettera “Per Amore del Mio Popolo” di don Peppe Diana, viene dall’interno di questa terra oggi tanto devastata non solo dalla criminalità organizzata.

“Non siamo – hanno dichiarato i firmatari – controparte di nessuno. Il nostro intento è quello di smuovere le coscienze in un momento particolare”. Della Gatta, Maisto, De Chiara, Coppola e Ferrara si rivolgono direttamente alla loro “Terra” e, in un altro passo, affermano: “Vorremmo che la Tua autorità e la Tua storia scuotano le Istituzioni tutte, civili e religiose, di ogni livello, e Le aiutino ad uscire dall’assordante silenzio in cui sono cadute negli ultimi anni e ad adoperarsi per un’attività più disinteressata che, certamente, aiuterebbe molto di più tutte le Comunità che ospiti a crescere con maggiore senso di solidarietà e civiltà”. Un chiaro riferimento alla Chiesa e alle Istituzioni pubbliche particolarmente assenti proprio nel momento in cui ci sarebbe più bisogno della loro presenza e della loro guida per risalire dal baratro.

La lettera:

Sappiamo che è certamente per Te, come per noi, irrituale rivolgersi ad una entità materiale per indirizzare un appello, ma la difficoltà di individuare un interlocutore ci suggerisce di formulare a Te una serie di richieste che vorremmo raggiungessero tutti i Tuoi figli, senza distinzione alcuna.

Vorremmo ricordare che il Tuo grembo, che va dalla Città Atellana al mare, fu scelto dai Romani per essere attraversato per collegare l’Urbe con Neapolis e Puteoli, dai Normanni, dagli Angioini dagli Aragonesi, dai Borboni per realizzare opere architettoniche di grande pregio ( il centro antico di Aversa, il Castello di Casapozzano, il Casale di Teverolaccio, il Casino Reale di caccia di Carditello ), opere di ingegneria idraulica di indiscutibile valore tecnico ( i Regi Lagni ) o per insediarvi ricche culture agricole ( le viti maritate, la canapa, gli allevamenti bufalini ) che, ancora oggi, nobilitano il Tuo seno e che, invano, cerchiamo di difendere.

Vedere oggi che questo Tuo grembo è devastato da chi lo individua come luogo di arricchimento illegale o covo di un imbarbarimento sociale rattrista noi che a Te, alla Tua Storia, alla Tua cultura, alle Tue tradizioni tanto dobbiamo ed agli insegnamenti dei Tuoi figli che ci hanno preceduto ci siamo formati.

Sei stata Terra esempio di tolleranza e di accoglienza ed oggi viene rappresentata come Orco che mangia chi viene da lontano.
Rivolgiamo lo sguardo al passato per fare sapere ai Tuoi giovani figli, che lo ignorano, quanto bella Ti ha fatto chi ci ha preceduto, quanto amata sei stata e quanto ingiusto sia il presente che vivi ed il futuro che Ti sarà dato se non si aprirà per Te una nuova stagione di civiltà, di doveri, di legalità e di speranza, prima che di diritti.

Vorremmo che la Tua autorità e la Tua storia scuotino le Istituzioni tutte, civili e religiose, di ogni livello, e Le aiutino ad uscire dall’assordante silenzio in cui sono cadute negli ultimi anni ed ad adoperarsi per un’ attività più disinteressata che, certamente, aiuterebbe molto di più tutte le Comunità che ospiti a crescere con maggiore senso di solidarietà e civiltà.

Vorremmo che la Tua autorità spieghi a chi ha chiesto di governarTi che l’interesse generale deve essere servito prima del particolare e del personale.

Vorremmo che anche i Tuoi figli che hanno scelto di parlare con la violenza delle armi capiscano quanto male stanno facendo a Te, a Sé stessi, ai Loro figli.

Siamo disponibili ed interessati a servirTi senza attardarci in falsi bizantinismi ideologici che continuano a procurare a Te del male e fanno solo la fortuna di chi li invoca
e che ha interesse a dividere le tue Comunità in fazioni.

Non vogliamo lucrare sulle ferite che oggi presenti, non è nostra intenzione assurgere a difensori di una causa per ossessione mediatica.

Ci basterebbe che di Te si tornasse a parlare per le cose belle che hai, per i figli che hai generato e per i tanti che, ancora oggi, onorano il Tuo nome dovunque ed in qualunque attività siano impegnati.
La risposta che desideriamo da tutti i tuoi figli è quella che aiuti a difenderTi, a farTi rialzare ed a farTi ripartire.

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