NAPOLI. Infiamma anche Napoli la polemica sui tagli alle spese per le università e soprattutto sulla riforma del loro statuto, che la legge 133/2008, trasformerà in fondazioni di diritto privato, quindi darà agli atenei pubblici la possibilità di raccogliere finanziamenti da parte di eventuali filantropi privati.
Se, a Roma, gli studenti dellUniversità La Sapienza hanno interrotto le lezioni, manifestato per le strade, occupato i binari ferroviari e richiesto che non si inaugurasse lanno accademico, gli studenti napoletani non sono stati da meno. La prima a darsi da fare nei giorni scorsi è stata lOrientale dove già da settimane si svolge una serie di assemblee degli studenti, cui sono seguite loccupazione di Palazzo Giusso (una delle sedi dellateneo) già il 6 ottobre e linterruzione della seduta del Senato Accademico martedì 14 ottobre, durante la quale i collettivi degli studenti hanno consegnato a tutti i membri una lettera aperta in cui si richiedevano le dimissioni del Rettore e degli organi accademici, lannullamento dellinaugurazione dellanno accademico e la sospensione totale della didattica a partire dal giorno 22 ottobre, in cui si terrà unassemblea di tutti i membri dellateneo. Indi è toccato alla Federico II che, ricordiamo, è la principale università italiana per numero di iscritti dopo La Sapienza di Roma, dove gli studenti il 15 ottobre hanno occupato il rettorato e richiesto, senza successo, il blocco della didattica. Il 17 ottobre, parallelamente alla manifestazione studentesca che si è tenuta a Roma, studenti di tutti gli atenei di Napoli hanno tenuto un presidio a Piazza Dante e formato spontanei cortei di protesta in tutta la città, nel caotico contesto creato dagli scioperi dei trasporti.