CASAL DI PRINCIPE. Gli Orsi hanno un conto svizzero: così riciclano i soldi del gruppo Bidognetti” “Riconobbi un mafioso di Mondragone: era l´autista di Landolfi”
Dieci verbali, ottanta pagine intervallate da “omissis” eppure piene di nomi, fatti, circostanze: nelle dichiarazioni di Gaetano Vassallo, imprenditore oggi collaboratore di giustizia, depositate all´udienza preliminare sulla Eco4, una società attiva nel settore dello smaltimento dei rifiuti, si racconta di conti svizzeri, nome in codice “Padre Pio”, dove attraverso i fratelli Orsi, verrebbero riciclati i soldi del clan dei Casalesi. Ma si parla, in quelle carte, anche e soprattutto dei presunti rapporti tra camorra e politica. Come già nei verbali pubblicati da “L´espresso”, Vassallo fa i nomi di due parlamentari del Pdl: il deputato di An Mario Landolfi, che nell´udienza Eco 4 è imputato con l´accusa di corruzione aggravata, e il sottosegretario forzista all´Economia Nicola Cosentino.
Interrogato il primo luglio, alla presenza anche del coordinatore del pool anticamorra Franco Roberti, Vassallo sostiene: «Ricordo che Landolfi, in occasione della penultima campagna elettorale, aveva chiesto l´assunzione presso l´Eco4 di persone da lui indicate. In cambio era a disposizione del clan al fine di consentire l´aggiudicazione di appalti intervenendo su politici locali ovvero per trasferimenti di affiliati detenuti». Nello stesso verbale, Vassallo riferisce che Sergio Orsi, l´imprenditore che gestiva la Eco 4 insieme al fratello Michele, ucciso nel giugno scorso a Casal di Principe poco dopo aver iniziato a rendere dichiarazioni ai magistrati, aveva «parlato con Nicola Cosentino per il trasferimento di Salvatore Cantiello, alias “Carusiello” in un altro carcere. Cosentino si mise a disposizione per la richiesta di Orsi. Non so poi se il trasferimento si è avverato», aggiunge Vassallo. Nell´interrogatorio del primo aprile, il collaboratore di giustizia dice che «la società Eco 4 era controllata da Cosentino e anche Landolfi aveva svariati interessi». Vassallo afferma invece di aver agito nella Eco 4 «per conto» della famiglia del boss Francesco Bidognetti. E aggiunge di aver conosciuto Cosentino «proprio attraverso Bidognetti, in un periodo antecedente all´arresto di quest´ultimo».
Interrogato il 10 luglio, il pentito risponde a una domanda del pm indicando per nome una persona, «con i capelli a caschetto un po´ lunghi», e dicendo di aver appreso da Sergio Orsi che questi «era un appartenente al clan di Mondragone» ma anche «l´autista di Landolfi» quando si trovava in quella zona. «Chiesi a Orsi come fosse possibile che un parlamentare si servisse di un mafioso come autista – si legge – e Sergio mi rispose che “tutto era possibile”. La Procura dovrà adesso cercare i riscontri alle accuse di Vassallo. Più volte, in questi mesi, Landolfi e Cosentino hanno respinto con energia ogni accostamento ad ambienti camorristici. Cosentino ha ribadito di non aver mai conosciuto Vassallo. Agli atti dell´udienza sono stati depositati anche i verbali nei quali Vassallo afferma di aver assistito alla consegna nelle mani di Cosentino da parte di Sergio Orsi di una busta contenente 50 mila euro, circostanza smentita proprio da Orsi dopo la pubblicazione su L´espresso dell´interrogatorio.
L’Espresso (Dario Del Porto)