CASERTA. Lapprovazione, in tempo limite, della legge di riordino delle Comunità Montane ha destato polemiche e discussioni. La Campania, ed in particolare il territorio casertano, hanno recepito le novità della legge come una sconfitta.
Sulla questione, che non è terminata affatto con lapprovazione del riordino, interviene il Consigliere Regionale Giuseppe Stellato, sperando di far chiarezza e rassicurare sul futuro della nostra Comunità Montana.
Vorrei sedare una volta per tutte le preoccupazioni, dopo lesito della riunione avuta il 30 settembre per lapprovazione della legge. Non in maniera polemica, anzi, quale rappresentante politico e istituzionale, presentatore di numerosi emendamenti a tutela della Comunità Montana, posso affermare che quello ottenuto è un risultato importante per svariati motivi: innanzitutto finalmente anche la Campania si aggiunge al quadro nazionale per quanto concerne le leggi di riordino regionali delle Comunità Montane. Il Veneto, per esempio non ce lha fatta, ed eravamo le ultime due regioni a dover attuare il riordino. Lapprovazione della legge adesso, ci consentirà di poter effettuare anche delle modifiche per poter, in seguito, inserire anche quei comuni per i quali è stata decisa lesclusione, richiesta espressamente redatta nei miei emendamenti. Purtroppo avevamo questa mannaia del 30 settembre che ci ha costretti a muoverci in tutta fretta. Certo, non cè piena soddisfazione per il marcato allineamento normativo alle Unioni dei Comuni, riserve anche sul riordino territoriale e sulla composizione degli organi assembleari e quindi l’impostazione della governante, ma, nel complesso, il territorio casertano, nonostante, ciò che può sembrare, non deve temere: si tenderà infatti ad intervenire sulla normativa, cercando di recuperare una sinergia territoriale che, di fatto, rappresenta lelemento più importante. Consideriamo, comunque, che sostanzialmente, le nostre tre Comunità non sono state toccate; i Comuni esclusi possono realizzare, insieme alle Comunità, la gestione dei servizi associati e ciò, nonostante la legge nasca da unesigenza nazionale di taglio della spesa di circa il 30%. Questo vincolo purtroppo ha inciso sullestensione, sugli organi e sulla rappresentanza, ma ripeto, non è finita qui; gli statuti posseggono tutta una serie di norme che lasciano aperto il dialogo ad alcune significative variazioni.