CASERTA. Il Comitato Docenti Precari della Campania invita tutti ad aderire alla iniziativa del Forum Insegnanti che ha già raccolto oltre 10.000 firme.
Per aderire: www.foruminsegnanti.it/appello2008/
Un appello alla mobilitazione contro la distruzione della Scuola Pubblica, in difesa della libertà d’insegnamento e dei diritti dei lavoratori. Lo stato d’animo dei lavoratori della Scuola oscilla dallo sconforto alla rabbia nel rilevare la persistente inadeguatezza del sindacato e delle opposizioni nel contrastare il processo di privatizzazione dei beni comuni in generale e dellistruzione in particolare, come se non esistesse da parte di tali soggetti la consapevolezza che ci si stia avviando precipitosamente ad un punto di non ritorno, ragion per cui occorre ora e subito senza alcun indugio una massiccia mobilitazione per contrastare un attacco senza precedenti ai principi della Costituzione, ai diritti dei lavoratori e al loro salario e alletica stessa della convivenza civile. Il mondo della Scuola è molto preoccupato dalle nuove norme che ridisegnano il sistema dellistruzione, già peraltro dissestato dai provvedimenti che si sono susseguiti negli ultimi tre lustri, le quali rappresentano il grimaldello per scardinare in via definitiva ciò che resta della Scuola Pubblica: si inquadrano infatti in una strategia più ampia di demolizione di tutte le strutture pubbliche e di disintegrazione dei diritti di chi vi lavora al fine di velocizzare il trasferimento di servizi e funzioni pubbliche ai privati. La riduzione del personale che interessa tutto il pubblico impiego e riguarda la Scuola nella misura di 100.000 docenti e 43.000 del personale Ata e la chiusura di più di 2000 istituti nei piccoli comuni determinerà il collasso di un sistema fiaccato peraltro dall’enorme riduzione dei finanziamenti (circa 8 miliardi di euro entro il 2012). Infatti, come in altri settori, il governo è deciso ad imporre alla Scuola con la forza le sue scelte, con una prova muscolare esternata mediante linteressamento allo stesso disegno di ben tre Ministeri: Miur, P.A. e Mef, con il cosiddetto commissariamento economico del Ministro Gelmini e con lintroduzione di regole neo-autoritarie che pretendono di coprire il vuoto creato con la riduzione della Scuola ad un involucro pressoché vuoto da dare in pasto alliniziativa privata.
Premesso che per poter ricostruire in Italia una Scuola Pubblica che sia sanata dai guasti di questi anni, è necessario abrogare le leggi Moratti, alle quali si riferiscono i pessimi interventi legislativi di questo governo, riteniamo indispensabile:
Il ritiro del DDL n. 953/2008 Aprea, proposta di legge anticostituzionale che porterebbe a compimento la completa distruzione della Scuola dello Stato, visto tra laltro che ogni singolo istituto avrebbe unorganizzazione di tipo aziendale, mentre
gli insegnanti perderebbero totalmente la loro funzione, in quanto privi di libertà reale di insegnamento.
Il ritiro del DDL Gelmini, presentato il 1 agosto 2008, che tra laltro introduce, in linea con il disegno di legge Aprea, lassunzione diretta del personale a tempo determinato con nomina biennale da parte dei dirigenti scolastici.
Leliminazione di tutte quelle norme, presenti in leggi e decreti vari, come il DL n. 112/2008, il DL n. 93/2008 e il DL n. 97/2008, che stravolgono la Scuola, ne deregolamentano il lavoro e le tolgono la possibilità di svolgere quel ruolo che le prescrive il testo Costituzionale, prevedendo tra laltro tagli su tagli, incremento del rapporto alunni-docenti, accorpamento di scuole e di classi di concorso (flessibilità), diminuzione del tempo scuola, rimodulazione dellorganizzazione didattica nella primaria (maestro unico?). La logica di tutto si riassume nel disegno di far cassa distruggendo la Scuola e svendendola ai privati.
Pertanto le nostre rivendicazioni riguardano i seguenti punti: La difesa del carattere statale della Scuola di tutte e di tutti, in modo che venga garantita lesistenza delle scuole private, ma senza oneri per lo Stato, come prevede la Costituzione.
Lopposizione al disegno di aziendalizzazione della Scuola e dellingresso dei privati nella gestione degli istituti.
La difesa dello stato giuridico professionale degli insegnanti e il rifiuto di ogni meccanismo di carriera pseudo-meritocratica, come quello previsto nel disegno di legge Aprea, con concorsi e livelli di carriera, che romperebbero i rapporti esistenti nella Scuola ancora prevalentemente solidaristici, propri di un ambiente educativo, e instaurerebbero inadatti rapporti concorrenziali tipici delle aziende. La difesa della libertà di insegnamento, baluardo costituzionaledella laicità e della democrazia.
La salvaguardia del contratto nazionale e il contemporaneo rifiuto della possibilità di assunzione da parte dei dirigenti scolastici, perché linsegnante, nella sua libertà garantita dallo Stato democratico, non può dipendere della singola scuola ma dal sistema complessivo della pubblica istruzione.
Lassunzione di tutti i precari e il superamento del precariato, che colpisce il lavoratore come persona e non permette alla Scuola di funzionare con continuità garantendo lattuazione dei progetti didattici e la crescita dei rapporti interpersonali allievi-insegnanti.
Il rifiuto di una deriva regionalistica dellistruzione, quale emerge dalle strampalate proposte della Lega, che vorrebbe affidare le cattedre ai docenti autoctoni.
La difesa dei diritti e delle tutele dei lavoratori della Scuola e, il rigetto di tutte quelle norme vessatorie, come quelle su permessi e malattie, volti a creare un clima denigratorio nei loro confronti. Essi devono poter svolgere il proprio ruolo con il rispetto di cui hanno diritto e senza preoccupazioni estranee al delicato lavoro che hanno il compito di svolgere.
Lopposizione ai tagli di cattedre e di finanziamenti che rendono impossibile insegnare, perché in classi sovraffollate e senza finanziamenti viene reso vano ogni progetto didattico e reso impossibile lapprendimento e la crescita educativa. Non cè qualità senza i mezzi per fare buona scuola e questa, in nome del risparmio a senso unico, non può essere ridotta ad una caserma con docenti militarizzati e ridotti a fustigatori dei propri alunni.
La difesa del tempo scuola, normale, pieno e prolungato con doppi insegnanti, perché lapprendimento avviene solo con i tempi distesi e vanno rispettati i processi cognitivi di tutte e tutti.
La difesa dellobbligo scolastico e il rifiuto del doppio canale morattiano, che reintroduce lincivile divisione tra scuola vera e scuola per famiglie svantaggiate. La salvaguardia dellinsegnamento di sostegno e del diritto allistruzione per tutti, senza discriminazioni etniche e linguistiche e quindi difesa dellinsegnamento di sostegno in classe e per tutte le ore necessarie e garanzia dellausilio didattico dei mediatori linguistico-culturali per assicurare il diritto allo studio degli alunni stranieri.