ROMA. Non si placa la protesta degli studenti contro il decreto legge presentato dal Ministro dellIstruzione Maria Stella Gelmini.
Mentre tutti gli studenti della penisola si mobilitano da questo pomeriggio inizierà lesame del decreto in aula del Senato la cui votazione è prevista per mercoledì 29, mentre giovedì 30 è atteso lo sciopero generale. Imponente è stato il cordone degli studenti romani che occupato via della Corsia Agonale, lo stretto passaggio che collega piazza Navona con lingresso centrale di Palazzo Madama, e parte di piazza Navona affollando lo spazio antistante il Senato. LUnione degli Studenti ha confermato che sarebbero in, circa, 10mila studenti a protestare a dimostrazione che il disagio è enorme e, nonostante il pugno duro della Gelmini, la loro manifestazione continuerà.
Il Ministro dellIstruzione ha incontrato alcune associazioni di genitori: Movimento italiano genitori (Moige), Coordinamento genitori democratici (Cgd), Associazione genitori (Age), Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc). La Gelmini ha però rifiutato lincontro con i cosiddetti Re Magi cioè due studenti e d un genitore che vestiti come i personaggi del presepe volevano consegnare dei pacchi regalo al cui interno cerano le 15mila lettere di protesta per la petizione in difesa del tempo pieno nella scuola primaria. Questa è stata liniziativa di stamani del Coordinamento genitori-insegnanti ‘Non rubateci il futuro’ della scuola elementare di Roma Iqbal Masih.
Intanto, alle 16, è cominciato presso la Sala stampa della Camera la conferenza stampa del governo ombra del Pd sui temi delluniversità a cui parteciperanno il segretario del Pd Walter Veltroni, il vicesegretario Dario Franceschini, i ministri ombra Maria Pia Garavaglia, Pina Picierno e Luciano Modica. Contemporaneamente si terrà lincontro tra i parlamentari del Pdl e i giovani del centrodestra. Il presidente del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ha affermato: Oggi e domani al Senato voteremo, come previsto e senza alcuna esitazione, il decreto Gelmini. Non ci facciamo intimidire dalle minacce di nessuno, tanto meno da chi è sceso pretestuosamente in piazza diffondendo menzogne, manipolato e spalleggiato dai dirigenti della sinistra.
Mentre il leader del Pd Veltroni ha chiesto nuovamente il ritiro del decreto poiché sarebbe un atto di arroganza andare avanti. È indice dintelligenza fermarsi quando un provvedimento crea tanto conflitto sociale. A fronte dei paventati tagli agli atenei anche i rettori hanno innalzato il loro grido di protesta minacciando le dimissioni in coro, come ha annunciato il rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo: Se il governo non cambierà strada, convocando i rettori, ritirando tagli insostenibili e aprendo la via a una seria riforma delle università, non potrò che dimettermi insieme agli altri rettori italiani. Ne abbiamo parlato tutti – ha concluso Profumo – e siamo tutti d’accordo.