Il sindaco Gabriele Zitiello traghetta San Marco fuori dall’Unione dei Comuni

di Redazione

CONSIGLIO COMUNALESAN MARCO EVANGELISTA. Il Consiglio comunale all’unanimità, assente solo l’opposizione ad eccezione del consigliere Domenico Sparaco, ha approvato l’importante provvedimento di recesso dall’Unione dei Comuni.

Una decisione preannunciata in campagna elettorale e esaustivamente argomentata dal sindaco Gabriele Zitiello che ha relazionato sulla delibera. “Ci siamo chiesti, al di là di ogni intento demagogico, se fosse utile o meno rimanere nell’Unione dei Comuni e ci è sembrato necessario ed urgente uscire sia per motivazioni politiche che amministrativo contabile”. Innanzitutto perché le finalità per cui nel 2003 si era costituta l’Unione (e cioè la gestione del territorio dei tre comuni su tematiche relative all’ambiente e all’ecologia) non sono state né realizzate né perseguite. Gravi soprattutto gli aspetti debitori che si sono venuti a creare negli ultimi cinque anni, con oltre 400mila euro di debiti attribuiti a San Marco. “Le finalità con cui è nata l’Unione erano più che condivisibili, il problema – ha spiegato il sindaco – è che San Marco non ha poi avuto nessun beneficio ma, anzi, la precedente amministrazione si è impelagata con la società che gestisce il servizio per gli altri Comuni dell’Unione, pur sapendo che noi avevamo già un contratto con l’Acsa valido fino al 2010 e accettando una clausola di differimento di soli due anni che non aveva alcun senso”. Il sindaco ha poi annunciato: “Di fronte a scelte che ritengo incomprensibili e dannose, invierò tutti gli atti alla Corte dei Conti perché, se errore c’è stato – e a noi sembra evidente ci sia stato – non sono certo i cittadini a doverne pagare le spese”. La delibera di recesso ha avuto i voti favorevoli dell’intera maggioranza e del consigliere d’opposizione Domenico Sparaco. Stigmatizzata, invece, l’assenza degli altri consiglieri di opposizione “anche perché – ha sottolineato il vicesindaco Gabriele Cicalaloro sono ex amministratori, sono quelli che ci hanno condotto a questa situazione paradossale e dannosa come sapientemente ci ha illustrato il sindaco nella sua relazione. Sarebbe stato più giusto essere qui a spiegare perché ci hanno condotto a tale situazione, come è stato possibile legarsi per lo stesso servizio a due gestori. Evidentemente non avevano come argomentare il disastro a cui ci hanno portato”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore Antonio Ferraiuolo, come rappresentante di Rifondazione Comunista, ed il capogruppo del Pd Giovanni Carozza che ha affermato: “Sono mancati anche alla conferenza dei capigruppo che poteva essere un primo momento di confronto sulla questione. Sono mancati in consiglio comunale. Eppure sia formalmente (con gli atti del consiglio a disposizione e con la stessa conferenza dei capigruppo) sia informalmente (se ne è parlato ovunque) sapevano di cosa si sarebbe discusso in consiglio comunale. E’ un atteggiamento davvero incomprensibile”.

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