SUCCIVO. Made in China, mostra di Salvatore Di Vilio, che inaugura il suo nuovo studio fotografico e insieme il bellissimo spazio espositivo, è stata l’occasione per riportare a Succivo una ventata di creatività e partecipazione.
Tanti gli amici e tantissime le persone che venerdì 10 ottobre hanno voluto festeggiare e occupare parte del nuovo spazio come ossigeno vitale. Il suono della tammorra di Marcello Colasurdo e la sua voce hanno tagliato le distanze tra la terra dei Ming e quella delle Fabulae; la canzone dedicata a Di Vilio ha creato emozioni dense scioltesi in lacrime sul volto del fotografo che ha ringraziato le centinaia di facce e di voci che si complimentavano con lui e che gli rendevano il meritato tributo. Presenti alla serata Giuseppe Montesano, scrittore, gia finalista premio Strega e vincitore del premio Viareggio, ideatore del gruppo di artisti Underworld di cui lo stesso Di Vilio fa parte. José Vicente Quirante, direttore dellistituto Cervantes di Napoli. Oreste Pipolo, fotografo napoletano collega ed amico di Di Vilio che ha portato a Succivo l’aura d’orata del premio Oscar. Pipolo, infatti, è stato protagonista di un documentario diretto da Matteo Garrone che rappresenterà l’Italia agli Oscar 2008 con Gomorra. Non è mancato il saluto e laffetto dellamministrazione comunale con la presenza del sindaco di Succivo Franco Papa e degli amici dell’associazione Arci che portano avanti con orgoglio il progetto “Un libro un vino” ideato da Di Vilio.
Una serata intensa, una delle prime – assicura Salvatore Di Vilio – che darà il via ad altre mostre ed esposizioni. La mostra Made in China resterà aperta al pubblico fino al 10 dicembre nello studio Lanciato/Di Vilio, Corso Umbero I n. 121.
Tra le prossime importanti iniziative dello studio Lanciato/Di Vilio c’è il libro fotografico edito dalla casa editrice il Ponte/Etrarte collana la civetta dal titolo Grandiosi Festeggiamenti in Onore di Gesù Trasfigurato, immagini della festa patronale succivese tra la fine degli anni 70 e linizio degli anni 80, con testo introduttivo dellantropologo Stefano De Matteis. Un libro fotografico che è ricerca antropologica e insieme tracce di esistenze, smarrite nel vuoto della globalizzazione.