AVERSA. Il Question Time potrebbe diventare una istituzione comunale.
Sembra destinata ad essere questa la prima conseguenza della querelle ancora in atto tra sindaco e giornalisti, nata a seguito di alcune frasi pronunciate dal primo cittadino nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova giunta politica. Ad avanzare lipotesi è stato lo stesso sindaco Ciaramella al termine dellintervista con la quale ha detto la sua sulla vicenda che, come è noto, era stata seguita da una richiesta di indire una udienza chiarificatrice. A proporla era stato, come sempre, Lello Santulli, papà del Question Time aversano, ventiquattro ore dopo la presentazione della giunta proponendo come tema il confronto tra il primo cittadino e giornalisti senza ottenere successo. Un no che il sindaco ha motivato con la mancanza di attinenza fra listituto del QT e loggetto che si intendeva trattare.
Il Question Time – ha detto Ciaramella – è nato per accorciare le distanze tra amministrazione e cittadini. Per consentire a questi ultimi di porre allattenzione di chi amministra problemi di vita ordinaria spesso ignorati da chi dovrebbe risolverli. Cosicché conoscendoli si potesse avviarne la soluzione. Ne segue che la proposta dellavvocato Santulli, questa ma anche altre avanzate nel recente passato, alle quali abbiamo comunque aderito, vada oltre lobiettivo che si era posto dando vita al question time. Resta però – ha poi aggiunto – lutilità dellistituto del QT, così come posto allinizio, che va garantito. Di conseguenza ritengo opportuno – ha concluso il sindaco – conservarne listituzione, trasformandone le modalità di attuazione. Cosicché diventi uno strumento amministrativo ufficiale della nostra città e non iniziativa di un singolo. Insomm,a basta alla proposizione di udienze di sapore politico perché tese a valutare loperato della giunta e del sindaco. Si, invece, a udienze mirate a segnalare problemi che se, poi, non dovessero essere risolti darebbero comunque una misura delloperato di sindaco e giunta.