Caputo: “La scuola è l’arma contro la criminalità”

di Redazione

Nicola CaputoUn fronte unico per rilanciare l’idea di “una scuola pubblica di qualità in tutto il paese”.

Il perenne stato emergenziale in cui versano le nostre terre diviene una sponda utile per nuove strategie che guardano poco al futuro delle nostre generazioni e rispondono invece solo a logiche di bilancio. Queste alcune tra le parole d’ordine all’apertura dei lavori degli “Stati Generali della Scuola del Sud”, volute dall’assessore all’Istruzione della regione Campania, Corrado Gabriele a Castelvolturno, e che continueranno nei giorni 8-9 novembre 2008. Castelvolturno come simbolo del rilancio. Per ripensare la scuola in un’ottica multietnica, disegnando le nuove prospettive del sistema mezzogiorno partendo da un paradigma di accoglienza, di accettazione delle diversità. Presente alla manifestazione anche il vice capogruppo del Pd in consiglio regionale Nicola Caputo: “E’ importante riattivare un percorso di confronto autenticamente democratico insieme ai protagonisti del mondo scolastico e istituzionale, ripartendo dalle esigenze dei territori per ripensare una Scuola di Qualità, che garantisca il diritto all’istruzione pubblica a tanti giovani del Mezzogiorno. In concreto – aggiunge l’esponente del Pd campano – è necessario utilizzare al meglio le risorse dei Pan e dei Pon, in nome e per conto esclusivamente degli innalzamenti degli obiettivi. Non avremo altre possibilità in futuro, La regione ha già stanziato 300 milioni di euro per l’edilizia scolastica proprio per sopperire ai tagli del governo nazionale. I problemi della scuola italiana e in particolare del mezzogiorno non si risolvono certo con le parole di disprezzo nei confronti degli insegnanti meridionali che ha pronunciato il Ministro Gelmini, ne con i tagli al personale. La scuola – continua Caputo – deve essere una cosa completamente alternativa a questa regressione culturale”. La scelta, come location della manifestazione, della cittadina casertana teatro della strage dei ghanesi e terreno di scontro dei clan camorristici offre lo spunto per dire che: “Una risposta anche alla criminalità organizzata la diamo se puntiamo sulla cultura, l’istruzione. La camorra – conclude il consigliere regionale Caputo – non può diventare un sistema culturale in Campania. Essa non può sostituirsi allo stato anche nel campo dell’istruzione, i bambini non possono apprendere le regole criminali ancor prima di imparare a leggere e a scrivere penso al caso dei cinque ragazzini gambizzati a Secondigliano la settimana scorsa”.

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