NAPOLI. Il rinvio della seduta di oggi, che nelle intenzioni del governo regionale avrebbe dovuto licenziare il Ddl sulla Sanità, la dice tutta sulla inefficienza del centrosinistra e sul clima di diffidenza che in quella coalizione regna sovrana.
Lo afferma Luca Colasanto, vicepresidente del gruppo Fi alla Redazione Campania. Non solo nessuno, ieri, si è reso conto in Commissione che integrare il Ddl col maxiemendamento sarebbe equivalso giuridicamente alla stesura di un testo ex novo e che, dunque, lo stesso non avrebbe potuto essere discusso in aula nei tempi voluti e con le procedure previste. Tantè che, alla fine, il rinvio della seduta si è reso obbligatorio. Ma la vicenda in sé palesa soprattutto il clima di sospetto diffuso tra le forze politiche del centrosinistra e al loro interno: è evidente infatti che solo includendo preventivamente le modifiche frutto dei mercanteggiamenti politici nel testo definitivo si poteva avere la certezza che nessuno avrebbe potuto tirarle fuori e farle sparire. A questo punto non è peregrino sospettare che vi sia stata anche la volontà di far perdere le trace sulla fonte delle singole modifiche evidentemente troppo spudoratamente clientelari. Ovviamente tutto questo avrà un costo in termini di tempi di approvazione del Ddl (sempre che la maggioranza abbia i numeri per ratificarlo), e, soprattutto in efficacia di un provvedimento comunque insufficiente a scongiurare lauspicabile commissariamento di una sanità il cui debito non è affatto, come sostiene il governo regionale, in via di estinzione. Tantè che, comè noto, la Campania è indebitata per i prossimi trentanni grazie a chi neppure oggi sente opportunamente il dovere di assumersi la responsabilità di questa gravissima emergenza.