CASAL DI PRINCIPE. 17 condanne e diverse pene accessorie. Emessa la sentenza di primo grado nellambito del processo sulla vicenda Italburro che ha coinvolto gli imprenditori della famiglia Viglione, arrestati dalla Dda di Napoli perché legati in affari con il boss Vincenzo Zagaria, esponente di punta del clan dei Casalesi, e parente del superlatitante Michele Zagaria.
Fondamentali le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e e di uno dei loro soci, Paolo Cecere. Nel complesso erano 59 gli imputati alla sbarra, dinanzi al collegio giudicante presieduto dal presidente Francesco Locarli della seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. I fratelli Rosario e Raffaele Viglione sono stati condannati per concorso esterno in associazione mafiosa, il primo a cinque anni, il secondo a tre anni e quattro mesi. Laccusa per i Viglione era di aver messo a disposizione di Vincenzo Zagaria le proprie aziende, tra cui lItalburro, situata nella zona industriale di Carinaro, nel casertano, modo da consentire allassociazione mafiosa il reinvestimento ed il reimpiego dei capitali di illecita provenienza nelle loro rilevanti attività economiche del settore caseario e della produzione del burro. Condannato a 4 anni anche lex direttore dellUfficio Iva di Caserta, Vincenzo Iorio. 1 anni e sei mesi per professore universitario, Francesco Addeo, di Nola, esperto di agraria, che avrebbe alterato i dati sul burro adulterato, mentre 8 anni, la pena più alta, sono stati inflitti a Luigi Costanzo. Dodici degli imputati sono stati condannati per associazione per delinquere finalizzata alle sofisticazioni e truffe in danno della comunità Europea.