CASERTA. Si è svolto il 15 novembre a Caserta lincontro-dibattito Progetto Valentina: supporto psicologico in Ematologia. Efficienza, Risultati e Proposte.
Lincontro, moderato da Pasquale di Benedetto capo Ufficio Stampa dellAsl Ce 1, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Fulvio Picazio, presidente dellAil (nella foto in alto), Francesco Alfonso Bottino direttore Generale dellAsl Ce 1, David Pagnini direttore U.O. di Ematologia Asl Ce 1, Diego Paternosto direttore sanitario dellAorn SantAnna e San Sebastiano di Caserta, Giuseppina Quintili direttore Servizio di Psicologia dellAsl Ce 1, Giovanna Griso e Martina Lupoli psicologhe borsiste, Claudio Zullo presidente dellOrdine degli Psicologi e Maria Valentino vicepresidente dellAil. Il progetto Valentina, elaborato e finanziato dallAil è erogato presso la U.O. di Ematologia dellAsl Ce 1 dal 2 ottobre 2006, si ispira ai moderni principi della psicologia ospedaliera, della psico-oncologia e della psicologia della salute. Discipline che mirano a restituire al malato una dimensione biografica, affettiva e sociale. Per la riuscita delle cure proposte al malato appare essenziale una sinergica e coordinata azione tra le professionalità degli operatori sanitari e degli psicologi nellottica di un quadro più generale di umanizzazione. Ne è convinto il presidente dellAil Picazio.
Con il Progetto spiega – abbiamo voluto interpretare e soddisfare uno dei tanti bisogni del malato: un ascolto attento e confidenziale della sua storia umana e dei suoi tanti dubbi. Abbiamo voluto questincontro per dibattere dei risultati ottenuti, in un sereno confronto, dando voce ai pazienti, ai loro familiari, e a quanti interessati, nella convinzione che tutto ciò possa contribuire a testimoniare limportanza dellassistenza psicologica ospedaliera. Perché spesso riesce difficile favorire, nel malato e nei suoi familiari, il processo di accettazione, di adattamento e di reazione alla malattia. Un grazie ai psicologi per lamore profuso nel brillante compito svolto, per il sostegno allassociazione, ma soprattutto grazie per essere vicini al malato.