giungano le più calorose felicitazioni mie personali e del popolo italiano.
Così inizia il messaggio che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al nuovo
presidente degli Stati Uniti, Barack Obama,
passato alla storia per essere il primo afroamericano alla guida della Casa
Bianca.
Siamo profondamente
impressionati continua Napolitano –
dalla ineguagliabile prova di forza e di vitalità che la democrazia americana
ci ha dato, grazie a una partecipazione senza precedenti alla campagna
elettorale e al voto, e grazie alla larghissima adesione a un programma ricco
di idealità e di impegni di rinnovamento. Per noi italiani che ci sentiamo
intimamente legati sul piano storico e politico, culturale e umano, al popolo
americano e agli Stati Uniti dAmerica, questo è un grande giorno: traiamo
dalla sua vittoria e dallo spirito di unità che laccompagna nuovi motivi di
speranza e di fiducia per la causa della libertà, della pace, di un più sicuro
e giusto ordine mondiale.
Congratulazioni anche dal Vaticano, attraverso
il portavoce Padre Federico Lombardi:
Dio illumini Obama nella sua grandissima
responsabilità. Gli auguriamo di poter rispondere alle attese e alle speranze
che si rivolgono verso di lui, anche per quanto riguarda il rispetto dei valori umani e spirituali
essenziali.
Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Paolo Bonaiuti, sottolinea che il
governo Berlusconi continuerà ad avere rapporti di amicizia
con gli Stati Uniti e con il nuovo presidente democratico, perché tra i due paesi
ci sono rapporti tra due Stati amici; questa è la visione impostata da
Berlusconi. E ha ricordato che anche
nel 1994 Berlusconi ebbe un ottimo rapporto con lallora presidente democratico
Clinton. Per Bonaiuti, tuttavia, lelezione di Obama non comporterà cambiamenti
per la politica estera americana. Non
cambierà, ad esempio, – sostiene il sottosegretario – la politica americana nei confronti dellIran. Cè anche il problema
dellAfghanistan: credo che gli americani chiederanno un maggiore impegno agli
alleati. Senza dimenticare poi la questione mediorientale.