MONDRAGONE. In occasione della tappa nel Comune di Mondragone della Carovana antimafie, organizzata da Libera, Arci e Avviso Pubblico, che si terrà il 5 novembre per l’intera giornata presso il Salone della Parrocchia di San Rufino, …
… si è tenuta una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Sindaco di Mondragone Achille Cennami, Mario Fusco, assessore alla Legalità, Valerio Taglione di Libera Caserta, Gabriele Capitelli della Cooperativa Icaro e Biagio Napolano di Arci. Il Programma della Carovana a Mondragone prevede, a partire dalle ore 10, interventi, tra gli altri, di Giovanni Conzo, magistrato della Dda di Napoli, di Pietro Russo, proprietario della fabbrica di materassi di Santa Maria Capua Vetere distrutta dal racket, di Gianni Solino, scrittore.
Taglione (Libera Caserta): La volontà di far concludere la Carovana antimafie a Mondragone, dopo Castel Volturno, è il segnale di voler costruire una alternativa reale alla camorra anche sul litorale domitio. Nella mattina i ragazzi della scuola incontreranno testimoni concreti del territorio mentre nel pomeriggio ci saranno le testimonianze dei Sindaci di Mondragone e Castel Volturno, di Giovanni Conzo, magistrato della Dda di Napoli, di Renato Natale dell’associazione Jerry Maslo. L’occasione sarà utile per sottoscrivere l’appello promosso dalla Carovana che prevede un punto fondamentale ovvero una maggiore celerità nel riuso dei beni confiscati alla camorra. La Provincia di Caserta è la 4^ per beni confiscati, ma ha anche il più basso tasso di riuso.
Capitelli (Presidente Consorzio Icaro): Il nostro consorzio da qualche tempo è impegnato, concretamente, nel riuso di beni confiscati alla camorra con la finalità di reinserire nel contesto lavorativo persone svantaggiate. Proprio in uno di questi terreni confiscati abbiamo creato il Giardino della Memoria ovvero alle piante di ciliegio e di noce lì piantate sono stati affissi i nomi delle vittime della camorra e riteniamo che questo Giardino sia un segno concreto della volontà di opporsi alle mafie.
Napolano (Presidente provinciale Arci): Come Arci siamo impegnati quotidianamente a combattere la camorra e l’idea della Carovana è nata nel lontano 1994. Come ogni iniziativa è partita in sordina, ma oggi conta l’adesione prestigiosa non solo di don Luigi Ciotti ma di ben sette regioni italiane. La scelta di Mondragone vuole essere un segnale che per combattere la camorra è necessario non solo le Forze dell’Ordine, quotidiamente impegnate, ma di una società civile rinnovata ed impegnata quotidianamente.
Fusco (Assessore alla Legalità): Abbiamo insistito fortemente per la presenza della Carovana a Mondragone perchè il litorale domitio deve avere la stessa attenzione di altri luoghi della camorra. Casal di Principe è la sede legale della camorra, ma le sue sedi operative sono diffuse su tutto il litorale domitio. Serve un grido di riscatto e quest’occasione sarà una Festa di Libertà, un riappropriarsi della Comunità. Questa Amministrazione Comunale ha voluto fortemente un assessorato alla Legalità, per la prima volta nella storia della Città e ci tengo a sottolineare che senza libertà non c’è futuro. Il Vescovo di Caserta Mons. Nogaro proprio sul tema della necessità di coscienze libere affermava, addirittura, che senza libertà non c’è fede. Proprio per questo, d’intesa con la Forania di Mondragone, abbiamo deciso di invitare tutti i cittadini ad esporre delle lenzuola bianche nelle strade della Città il 5 novembre a ricordo delle vittime della Camorrra.
Cennami (Sindaco di Mondragone): Ci tengo ad evidenziare l’importanza della tappa a Mondragone per il suo significato sociale. Rappresenta un momento per promuovere quella cultura della legalità che nei nostri territori non è riuscita ancora a permeare il tessuto sociale. Il nostro compito è raggiungere questo obiettivo, facendo percepire ai cittadini il vantaggio che può scaturire dal rispetto della legalità. Questo compito deve essere ritenuto essenziale ed indispensabile soprattutto da parte delle Istituzioni in quanto sono queste a creare le condizioni perchè i cittadini percepiscano in modo evidente il vantaggio derivante dall’affermazione della cultura della legalità. Le mafie sono una cultura opprimente che impediscono la crescita sociale e il raggiungimento di uno stato di benessere costituito da servizi efficienti, da risposte che evitino le enormi contraddizioni sociali. E’ chiaro ed evidente che questa a cultura di morte non ci si riferisce solo per il braccio armato che uccide e che cerca di disseminare terrore ma anche ad una parte del mondo dell’economia. Quello che è in gioco è la democrazia la quale presuppone come condizione essenziale la libertà di coscienza senza la quale non è possibile assicurare la partecipazione che è il pilastro della democrazia stessa.